STEVE JOBS: LEZIONI DI LEADERSHIP

 

Ho trovato questo saggio di Walter Isaacson[1] molto interessante, a tratti davvero illuminante. Essenziale, con una grafica accattivante, ricco di contenuti che solo chi ha conosciuto personalmente Steve Jobs poteva cogliere. Le sintesi non sono mai semplici. L’autore ci è riuscito alla grande dando vita a un piccolo manuale che si legge tutto d’un fiato!

Chi è Walter Isaacson? È  uno scrittore, biografo e giornalista statunitense. È stato caporedattore del Time, presidente e amministratore delegato di CNN e Aspen Insitute.

Steve Jobs invece non ha bisogno di presentazioni. Mi limito qui a riportare alcuni suoi tratti distintivi. Ha rappresentato il mito della creatività imprenditoriale. Dai tratti caratteriali ruvidi, per lui le normali regole non valevano. La passione e l’emotività lo hanno accompagnato nella vita riversandole nei prodotti che ideava. Irascibile e impaziente come componenti essenziali del suo perfezionismo. Le vere lezioni di leadership provengono dal suo lavoro e da quanto è riuscito a realizzare nella sua esistenza.

Qualche data:

1955: nasce a San Francisco

1976: fondò con Steve Wozniak la Apple nel garage dei suoi genitori

1985: estromesso dall’azienda da lui fondata

1997: rientrò nella sua prima azienda salvandola dalla bancarotta

2011: a ottobre morì e la Apple era la prima industria al mondo per utili.

 

14 LEZIONI DI LEADERSHIP:

SII CONCENTRATO

Nel 1997 rientrò alla Apple e, dopo alcune settimane di riunioni per la selezione dei prodotti, afferrò una penna, si avvicinò a una lavagna e rappresentò quattro quadranti scrivendo all’interno di ognuno di essi: consumatore, professionista, portatile, computer da tavolo. Occorreva progettare un computer principale per ciascun quadrante individuato per soddisfare le esigenze del consumatore e del professionista e che fosse sviluppato sia nella versione portatile sia in quella da tavolo. La capacità di concentrarsi sull’obiettivo lo contraddistingueva dagli altri, qualità questa affinata con la pratica zen! Eliminava tutto ciò che considerava distrazioni dalla sua vita.

Lo stesso Steve Jobs era solito concentrarsi sempre su un numero limitato di prodotti e caratteristiche essenziali, quelle che sarebbero state usate maggiormente dai clienti, ignorando tutto il resto.[2].

«Decidere cosa non fare è altrettanto importante quanto decidere cosa fare». Steve Jobs

 

SEMPLIFICA OVUNQUE

La capacità di rimanere concentrato sui suoi obiettivi si accompagnava alla ricerca ossessiva della semplicità.

Una delle capacità che vengono riconosciute unanimemente a Steve Jobs è la spiccata dote di semplificare le cose, puntando sulla loro essenza ed eliminando le componenti superflue[3].

Aveva ammirato la semplicità quando all’università, facendo i turni di notte, vendeva giochi Atari privi di manuali d’istruzione perché molto elementari ed intuitivi. La sua idea di semplicità nasceva dalla voglia di domare la complessità. Mentre progettavano l’interfaccia dell’iPod voleva che l’utente potesse attivare qualsiasi funzione con al massimo 3 clic. Combatteva costantemente chi stava creando prodotti più complicati del necessario.

«La semplicità è la massima raffinatezza». Steve Jobs

«È stato uno dei miei mantra – il concentrarsi su una cosa e la semplicità. La semplicità può essere più difficile di qualcosa di complesso: devi lavorare duro per ripulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma alla fine paga, perché una volta che ci riesci puoi spostare le montagne». Steve Jobs

 

L’INTERO PROCESSO CONTA

Così ha concepito l’ecosistema Apple collegando, per esempio, un iPod a un Mac attraverso il software iTunes. Questo consentiva la realizzazione di apparecchi semplici, sincronizzati tra loro, con difetti di funzionamento molto meno frequenti. Apple con Jobs si assunse la responsabilità di prendersi cura della completa esperienza dell’utente, con dispositivi interconnessi tra loro. In parte ciò derivava dalla sua personalità accentratrice, dalla sua passione per la bellezza, l’eleganza e per via della mania di controllare ogni dettaglio. La sua era un’impostazione che tendeva a massimizzare i profitti nel medio / lungo periodo.

«Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario». Steve Jobs

 

FAI UN SALTO IN AVANTI QUANDO RESTI INDIETRO

Un’azienda innovativa è tale non solo quando concepisce per prima nuove idee ma anche quando recupera in fretta il terreno perduto rispetto ad altre aziende. Si trovò ad affrontare una situazione simile quando costruì l’iMac originario che non gestiva adeguatamente la musica, pur riuscendo benissimo con le foto e i video. Anziché limitarsi a seguire i concorrenti aggiornando l’unità CD decise di creare un sistema che gestisse la musica in maniera integrata rivoluzionando questo settore.

«Non puoi semplicemente chiedere alle persone cosa vogliono e poi provare a darglielo. Nel tempo in cui riesci a costruirlo, loro già vorranno qualcosa di nuovo». Steve Jobs

 

I PRODOTTI VENGONO PRIMA DEI PROFITTI

Quando progettò il suo primo Macintosch era fortemente intenzionato a realizzarlo ‘follemente bello‘. Non parlò mai di costo-opportunità o di massimizzazione dei profitti. Invitò i suoi collaboratori a non preoccuparsi del prezzo e a non scendere a compromessi. Il prodotto realizzato costava troppo e questo fu uno dei motivi per cui fu estromesso dall’azienda che aveva creato. Lui era fortemente convinto che i profitti fossero la conseguenza di aver reso grande un prodotto. Fu così che ebbe inizio la parabola discendente di Apple. Quando tornò riprese ad indirizzare l’azienda verso la creazione di modelli innovativi. La sua passione era quello di creare aziende capaci di durare nel tempo, dove il personale era motivato dai prodotti e non dati profitti.

«Concentrati su come rendere grande il prodotto, e i profitti seguiranno». Steve Jobs

 

NON ESISTONO SOLO I GRUPPI DI DISCUSSIONE

Jobs si affidava all’empatia e alla saggezza accumulata con l’esperienza per intuire i desideri dei clienti. Lo preferiva alle ricerche di mercato. A volte utilizzava dei gruppi di discussione formati da lui stesso! Creava dei prodotti che interessvano a lui e alla sua più ristretta cerchia di amici.

«I clienti non sanno quello che vogliono finché non glielo abbiamo mostrato noi». Steve Jobs

«Le mie cose preferite nella vita non costano del denaro. Mi è veramente chiaro che la risorsa più preziosa che abbiamo è il tempo». Steve Jobs

LA REALTÀ: PLASMALA

Una famosissima capacità attribuita a Steve Jobs era quella di spingere le persone a realizzare l’impossibile. Chi ha lavorato con Jobs sa bene di cosa si tratta: era convinto che le normali regole di vita non si applicavano a lui. Ad esempio un giorno irruppe nella postazione di lavoro di un suo ingegnere che lavorava sul sistema operativo Macintosch lamentandosi che impiegava troppo ad avviarsi. L’ingegnere provò a spiegarne le ragioni quando Jobs lo interruppe esclamando: “se servisse a salvare la vita a qualcuno, riusciresti a farlo avviare in 10 secondi?“. Dopo qualche settimana l’ingegnere riuscì a ridurre drasticamente il tempo di accensione!

«L’innovazione distingue un leader da un follower». Steve Jobs

 

IL VALORE VA ATTRIBUITO AL PRODOTTO

Mike Markkula, uno dei primi mentori di Steve Jobs, gli aveva insegnato che le gente attribuisce un valore negativo o positivo a un marchio in base all’imballaggio e al modo in cui viene presentato. Questa ossessione gli rimase anche quando doveva presentare il Macintosh al mercato. Ed è sempre questa la ragione per cui, aprendo la confezione di uno suo prodotto, l’acquirente prova emozioni tattili e visive!

«Non è soltanto un lavoro, è un viaggio. Non dimentichiamolo mai … I vostri clienti sognano una vita migliore e più felice. Non sforzatevi di vendere prodotti, ma di arricchire le loro vite». Steve Jobs

 

LA PERFEZIONE SEMPRE

Steve Jobs era ossessionato dalla perfezione. Si narra che, all’ultimo momento, rinviò l’apertura dei famosi negozi Apple di qualche mese perché la distribuzione visiva dei prodotti e degli arredi non lo convincevano. Lo stesso avvenne per gli iPhone quando era alla ricerca della migliore cassa di alluminio possibile. Il suo perfezionismo riguardava anche le parti invisibili dei suoi prodotti. Il padre gli aveva insegnato che un bravo artigiano usa un buon pezzo di legno anche per la parte posteriore di un mobile. Era solito sottolineare che anche i particolari che nessuno avrebbe visto sarebbero dovuti essere i migliori e più belli possibili.

«Voglio che ogni cosa sia più bella possibile, anche se nessuno la vedrà mai». Steve Jobs

 

RICERCA I MIGLIORI CON CUI LAVORARE

Duro, irascibile e impaziente con i suoi collaboratori. Era il modo con cui evitava che i mediocri entrassero a far parte della sua squadra. Va detto che a questa durezza accompagnava una grande capacità di ispirare le persone. Nonostante Jobs urlasse alle riunioni, Debi Coleman considera una grande fortuna aver lavorato con lui e per lui.

«Una piccola squadra di grandi campioni può stracciare una squadra enorme composta da giocatori mediocri». Steve Jobs

 

STIMOLA IL FACCIA A FACCIA

Nonostante fosse immerso nel digitale e lavorasse per il mondo irreale, credeva fortemente nell’utilità degli incontri faccia a faccia. Negli incontri casuali e nelle conversazioni spontanee nasce la creatività. Stimolava questi incontri occasionali nei corridoi, nei locali in cui vi erano le macchinette del caffè e le cassette della posta, nell’atrio … insomma ogni dove risultava possibile. Nelle sue riunioni spesso non anticipava l’ordine del giorno e vietava le presentazioni in PowerPoint proprio per stimolare la discussione e la creatività. Era solito ripetere che chi sa di cosa parla non ha bisogno di PowerPoint!

«Una buona metà di ciò che distingue l’imprenditore di successo da quello che fallisce è la semplice perseveranza. Ti impegni così tanto, investi tutto te stesso in quest’impresa, e molti si arrendono nei momenti difficili. Non li biasimo: è un lavoro duro, che può stravolgerti la vita. A motivarti dev’essere un’idea, o un problema da risolvere, o un torto da riparare». Steve Jobs

 

NON PERDERE DI VISTA I DETTAGLI PUR MANTENENDO LA VISIONE GENERALE

Jobs era amante dei particolari ma si appassionava ai problemi generali. Egli riusciva ad eccellere perché sapeva coniugare una visione ampia sul futuro alla cura maniacale di tutti i dettagli. Concepiva strategie di lungo termine, colossali visioni e, nel contempo, riusciva a concentrarsi sui più piccoli aspetti tecnici di una determinata questione.

«Fai finta di avere il controllo assoluto della situazione e la gente penserà che tu ce l’abbia davvero». Steve Jobs

 

DISCIPLINE CLASSICHE E SCIENTIFICHE: CONIUGALE

Nonostante si ritenesse un ‘letterato’, era appassionato di elettronica. Era in grado di porsi nell’intersezione tra discipline scientifiche e classiche. Riuscì a fondere arte e ingegneria, la creatività con la tecnologia, l’umanesimo con la scienza. L’incrocio tra queste due culture gli ha consentito, ad esempio, di trasformare fogli di testo in creazioni artistiche. I prodotti rivoluzionari da lui creati si pongono all’incrocio tra creatività artistica e tecnologica.

«Sognava di produrre strumenti magici per la fotografia digitale e nuovi modi per rendere la televisione semplice e personale». Steve Jobs

 

RESTATE AFFAMATI, RESTATE FOLLI!

Amante di pubblicazioni frutto di miscugli di culture, rimase profondamente affascinato dall’ultimo numero della rivista ‘Whole Earth Catalog’ di Steward Brand.

Sulla quarta di copertina si trovava una foto di una strada di campagna all’alba, sulla quale era riportata la famosissima frase: “Stay hungry, Stay foolish!” che tradotto suona come “Restate affamati, restate folli!“. Espressione con cui Steve Jobs ha concluso il celebre discorso tenuto all’università di Stanford il 12 giugno 2005. Se non lo avete mai visto vi consiglio vivamente di guardarlo. È un discorso davvero accattivante, che sa emozionare e ispirare. Guardatelo, non ve ne pentirete! L’unico peccato è che è disponibile solo in lingua inglese con i sottotitoli in italiano.

«A tutti i folli. I solitari. I ribelli. Quelli che non si adattano. Quelli che non ci stanno. Quelli che sembrano sempre fuori luogo. Quelli che vedono le cose in modo differente. Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo. Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo. Li potete glorificare o diffamare. L’unica cosa che non potete fare è ignorarli. Perché cambiano le cose. Spingono la razza umana in avanti. E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni. Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero». Steve Jobs

 

Che ve ne pare allora del discorso all’università di Stanford? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!

Vi aspetto sul blog con i vostri commenti!

 

Video consigliati sul tema:

 

 

[1] Walter Isaacson, Steve Jobs. Lezioni di leadership, Mondadori, Milano, 2014

[2] Leo Ferrante, Leader si diventa. 11 metodi per guidare gli altri nel lavoro e nella vita, Kindle Direct Publishing, Roma, 2018, pag. 34.

[3] Leo Ferrante, Leader si diventa. 11 metodi per guidare gli altri nel lavoro e nella vita, Kindle Direct Publishing, Roma, 2018, pag.154