Seth Godin | La pratica
Oggi torniamo a parlare di Seth Godin e del suo illuminante manuale intitolato: “La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana.”.
Ricorderete che avevo già parlato di questo saggio nel precedente articolo intitolato: Il processo creativo e il leader | una scelta quotidiana!
Avevamo sottolineato quanto fosse importante la pratica per migliorarsi in qualsiasi professione e di come accrescere la propria creatività attraverso, appunto, la pratica. Il saggio di Seth Godin è un vero e proprio inno al processo creativo!
«Tutta la creatività del mondo non ti aiuterà se non smetti di avere pessime, patetiche e orribili idee.» Seth Godin
Seth Godin | La maledizione dell’ateneo famoso
Voglio condividere una riflessione molto bella e profonda che Godin fa sugli atenei famosi. Come spesso avviene quando ci occupiamo di questioni apparentemente semplici, ci accorgiamo quanto queste siano problematiche da cogliere e altrettanto difficili da descrivere compiutamente. Una volta fatto, tutto appare maledettamente semplice e scontato. Orbene, l’articolo odierno rientra in uno di quei casi!
L’autore mette in discussione la validità della correlazione: università famosa = buona università.
Prima di fare insieme qualche riflessione, riporto una parte delle parole utilizzate dall’autore per dimostrare che la citata uguaglianza non è affatto scontata!
«La maledizione dell’ateneo famoso inizia dalla leggenda che un’università famosa equivalga a una buona università, benché non ci siano prove che le due cose siano correlate.
Le università famose devono far rispettare il regime di conformità e scarsità; quindi, cercano il nostro convincimento e la nostra collaborazione per costruirsi una reputazione. Sono famose solamente perché vogliamo che lo siano.
[…]
Se siamo stati indotti a credere di avere bisogno di credenziali per praticare l’arte che necessita del minimo di credenziali – l’improvvisazione – è legittimo ipotizzare che sia un dato endemico alla nostra narrazione.
Fin dalla più tenera età, agli studenti con i voti più alti viene insegnato a sacrificare il pensiero indipendente per un buon voto. Ci viene insegnato che la conformità sarà ricompensata dall’essere scelti. E la scelta più importante per molti ragazzi è l’approvazione da parte di un famoso college (o dal gruppo di improvvisazione che sta conducendo audizioni proprio lì).
Questo desiderio di approvazione e autorità esterna mina direttamente la vostra capacità di confidare in voi stessi perché, viceversa, avete demandato quella fiducia a un’istituzione.
Adesso, sempre più persone tra noi vedono che si tratta di una frode. Le istituzioni non hanno poteri magici poiché vengono regolarmente smentite nella loro perizia nel selezionare, modellare e rafforzare gli esseri umani che vogliono davvero far accadere il cambiamento.»[1]
Le università famose sono tali perché siamo noi a volerlo. La riflessione più profonda dell’autore si riferisce al significato del voto che viene dato agli studenti. Questo voto, soprattutto quelli apicali, esprime il livello di conformità degli studenti stessi al pensiero dei college famosi. Questa conformità ha però un costo: l’università ‘baratta‘ il voto in cambio del pensiero indipendente dello studente. Questo desiderio che gli studenti hanno di ricevere l’approvazione dell’ateneo, secondo Godin, non fa altro che minare la capacità di confidare in se stessi.
Se ci pensiamo bene questa riflessione, nella sua semplice logicità, riflette le valutazioni che tutti noi possiamo fare su questo tema!
«Aspettare la perfezione non è mai stata un’ottima idea per fare progressi.» Seth Godin
Pensiamo a quando Steve Jobs, per evitare di far spendere ai propri genitori i risparmi di una vita lavorativa, decise di lasciare l’università per seguire solo alcuni pochi corsi di suo interesse. Così facendo ha lasciato la mente libera di seguire il proprio istinto. Per chi volesse approfondire questo aspetto di Steve Jobs può leggere il mio precedente articolo intitolato: Walter Isaacson: lezioni di Steve Jobs sulla leadership.
A maggior ragione, in questi periodi di grandi cambiamenti e sconvolgimenti, sarebbe forse meglio puntare sulla creatività. Questa attecchisce, fiorisce e germoglia nella diversità dei percorsi formativi, nelle esperienze diversificate, nella voglia di esplorare il diverso, nella capacità di cercare nell’ignoto. Bisogna riscoprire i talenti personali posseduti piuttosto che ricercare una formazione omogenea e uniforme negli atenei famosi. Il talento personale è difficile da insegnare ma dobbiamo creare le condizioni affinché la creatività trovi un ambiente fertile dove prosperare. Dobbiamo diversificare al massimo le nostre competenze contaminandole il più possibile. Anche qua mi viene in mente un precedente articolo in cui parlavamo di contaminazione: Leader #CONTAMINATI. Connessioni tra discipline, sapere e culture.
Seth Godin | Quante domande sorgono spontanee!
E quindi?
Quale alternativa?
Perché ricerchiamo voti apicali da parte di un ateneo famoso?
Perché abbiamo bisogno di questo riconoscimento?
Conta davvero tanto un titolo di studio proveniente da uno di questi atenei?
Ha ancora un così grande valore quello che una volta si chiamava il “pezzo di carta”?
Siamo così sicuri che dobbiamo sempre più specializzarci con il massimo dei voti?
Forse resterete delusi, ma non ho tante risposte a questi interrogativi! Seth Godin, com’è nel suo stile, mette in discussione anche i paradigmi più consolidati!
Che ne pensate voi di queste domande? Vi va di aiutarmi a capire qualcosa in più? Mi farebbe davvero piacere conoscere la vostra opinione!
«Il più grande nemico del cambiamento non è un NO, ma un NON ANCORA: è la maniera più semplice per impedire una svolta.» Seth Godin
Seth Godin | Lasciami fare una digressione sulle competenze e sulla creatività!
Quello che osservo è un’ossessiva ricerca della specializzazione a tutti i costi, sempre più spinta anche all’interno degli atenei più conosciuti. Io interpreto questa mania come una forte spinta verso l’uniformità, alla segmentazione della conoscenza, con conseguente impoverimento creativo degli studenti. Questa è la tendenza che appare con forza innanzi i miei occhi! Gli atenei certificano le cosiddette hard skill agli studenti, quelle competenze tecniche o abilità difficili. Tanto per fare qualche esempio, si tratta delle competenze linguistiche, della capacità di utilizzare determinati programmi informatici, della conoscenza di specifiche discipline, della capacità di progettare, di condurre determinati macchinari, etc. Tra le soft skills rientrano invece gli aspetti caratteriali, l’empatia, l’intelligenza emotiva, la capacità di adattamento, la capacità di lavorare in una squadra, le capacità di leadership, la resilienza, etc.
Teniamo presente che alcuni direttori delle risorse umane basano i loro colloqui sull’assunto che le hard skills possono essere apprese mentre, le soft skills, vengono acquisite con molta più difficoltà. Al riguardo ritengo che, disponendo di un buon mentore e svolgendo con entusiasmo ed impegno la propria attività lavorativa, le soft skill possano essere acquisite e costantemente accresciute. Serve tanta pratica ed esercitarsi sul campo. Difficilmente queste doti possono essere apprese attraverso la proiezione di qualche diapositiva o video!
Le hard e le soft skill sono tra loro complementari e ci identificano come persone e lavoratori. Entrambe risultano fondamentali e devono essere sviluppate in maniera sinergica! Il risultato scaturisce dal prodotto delle hard con le soft skill. Se non c’è bilanciamento, se uno di questi gruppi di competenze è pari allo zero, il prodotto sarà inevitabilmente zero!
«Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie e magia.» Seth Godin
Seth Godin | E quindi?
Non permettiamo, quindi, all’ateneo famoso di uniformarci e di sopire le nostre idee in cambio di un titolo o di qualche bel voto. Sforziamoci di inseguire i nostri sogni, il nostro disegno che non necessariamente passano all’interno di un ateneo famoso. Secondo me la migliore ricetta è imparare facendo qualcosa che ci appassiona nonché scegliendo, possibilmente, dei buoni, validi e capaci mentori. Non a caso trovarsi uno o più mentori è uno dei miei 11 metodi per accrescere la propria capacità di leadership nel lavoro e nella vita!
«Non cadere nell’errore di abbandonare un’idea solo perché incontra delle resistenze iniziali.» Seth Godin
Ricordiamoci infine che le crisi, oltre a povertà disgrazie, povertà e dolore, offrono anche tante novità, nuovi paradigmi e opportunità. Servono tanta creatività e capacità di adattamento per coglierle e per farlo prima che lo facciano gli altri!
Vi lascio con questo intervento (un’ora circa) di Seth Godin al Nordic Business Forum. L’autore argomenta in maniera brillante come diffondere le proprie idee! È in inglese ma almeno ci sono i sottotitoli in italiano! Buona visione!
[1] Seth Godin, La Pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana, ROI Edizioni, Macerata, 2021, pagg. 126 e 127.
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