L’ARTE DEL PENSARE
Ennesimo immenso manuale di Edward De Bono, maestro del pensiero laterale! Risulterà di grande interesse per chi vuole ragionare, pensare e riflettere con sempre maggiore creatività ed efficacia.
Consentitemi di tratteggiare gli elementi significativi di questo manuale senza avere la pretesa di essere esaustivo. L’idea piuttosto è quella di stimolare in voi la necessaria curiosità per soddisfarla eventualmente in un secondo momento attraverso la lettura dell’intero saggio.
«Pensare è la massima risorsa dell’uomo. Per quanto si diventi bravi, occorre sempre desiderare di essere migliori. Solo una visione limitata di quel che il pensiero può fare, e nient’altro, può renderci soddisfatti della nostra bravura in questo campo.» Edward De Bono
La difficoltà più grande che si incontra nel pensare risiede nel fatto che tendiamo a fare confusione perché cerchiamo di fare più cose contemporaneamente.
In un precedente articolo avevamo già sfatato il mito del multitasking. De Bono, in questo saggio di grande utilità pratica, ci suggerisce un metodo per pensare una cosa alla volta. Così facendo diventeremo sempre più capaci di separare tra loro:
- fatti e cifre,
- emozioni e sentimenti,
- le cose che non vanno,
- l’atteggiamento congetturale–positivo,
- il pensiero creativo e laterale,
- il controllo del pensiero.
Questo è il motivo per cui il titolo include “6 cappelli per pensare” proprio a significare che, quando indossati, ci consentiranno di dirigere il nostro pensiero al pari di un direttore d’orchestra quando guida i suoi musicisti. Il filo conduttore che lega i capitoli di questo saggio è il metodo suggerito. Questo consente di utilizzare i 6 tipi di pensiero, identificati con 6 cappelli di diverso colore. Occorre pertanto riflettere su ognuno di essi separatamente, non tralasciando alcun aspetto.
L’autore paragona questo modo di pensare con la stampa a colori. Ogni colore viene stampato separatamente fino a quando non si ottiene il risultato finale.
PERCHÉ PENSARE PER CAPPELLI?[1]
- dobbiamo necessariamente definire ‘quale parte’ ognuno di noi reciterà in quella specifica discussione di lavoro senza preoccuparci più di tanto dell’effetto delle nostre considerazioni perché espressamente chiamati a indossare questo cappello
- secondariamente, il fatto di recitare una determinata parte, dirige l’attenzione su uno dei 6 settori e aspetti specifici del problema oggetto della discussione
- l’elevato valore simbolico conferito a chi indossa un cappello di uno specifico colore costituisce un modo efficace di dire a sé stessi o agli altri che è necessario cambiare registro in questa specifica discussione
- perché bisogna necessariamente darsi delle regole del gioco per pensare in maniera organizzata evitando che la riunione sia inconcludente e senza che si consideri taluni aspetti
«Pensare è facile, agire è difficile, e mettere i propri pensieri in pratica è la cosa più difficile del mondo.» Johann Wolfgang von Goethe
QUALI SIGNIFICATI AI SEI COLORI? [2]
Il marcato vantaggio di questo modo di procedere risiede nel fatto che saranno adottati i 6 diversi modi di pensare. Ovviamente tutti i giocatori devono conoscere, studiare, capire ed interiorizzare questi 6 modi di pensare nonché fare proprio il metodo descritto nel saggio.
«Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente giudizi.» Carl Gustav Jung
Ciascun leader dovrebbe padroneggiarli in modo da rendere il proprio pensiero molto più efficace e mirato. Il disagio inizialmente provato nell’adottare questa metodologia lascerà via via posto alla convenienza e alla bontà dei risultati ottenuti grazie al loro utilizzo.
Il pensatore dal CAPPELLO BIANCO basa i propri ragionamenti sui dati, le cifre, le informazioni possedute processandole in modo imparziale ed obiettivo, come fosse un computer. Pone domande specifiche per ottenere le informazioni necessarie evitando sempre di interpretare, esprimere giudizi opinabili ed opinioni personali. Il bianco rappresenta l’assenza di colore e quindi la neutralità, l’oggettività.
Il pensatore dal CAPPELLO ROSSO fa ricorso ai propri sentimenti ed esprime sensazioni ed emozioni riferite al problema. Indossando questo cappello non occorre giustificare le proprie emozioni e soprattutto non serve dare loro una parvenza logica. Con questo cappello si offrono valutazioni fondate sulle emozioni quali paura, antipatia, sospetto, intuizioni, impressioni, estetica.
Il pensatore dal CAPPELLO NERO presenta punti di vista negativi individuando ciò che risulta sbagliato, scorretto e falso. Sottolinea perché questa cosa non potrà funzionare evidenziando rischi, pericoli e ciò che di lacunoso c’è in quel progetto. Può presentare un paragone tra l’attuale discussione e analoghe situazioni vissute in passato proiettandole nel futuro. Sa porre domande negative ma non deve essere motivo per indurre al pessimismo.
Il pensatore dal CAPPELLO GIALLO è l’ottimista sfegatato. Colui che, condividendo considerazioni positive, spazia negli atteggiamenti che muovono dalla logicità, alla praticità fino a giungere ai sogni. L’idea di fondo è un ottimismo costruttivo, propositivo, strettamente connesso con la fattività e la realizzabilità perseguendo l’efficienza.
Il pensatore dal CAPPELLO VERDE porta il pensiero creativo nella discussione. Ricerca numerose alternative anche laddove si è di fronte a situazioni ovvie che appaiono indiscutibili. Spesso ricorre a pause creative proprio per vedere quali possibili soluzioni alternative ci sono. Cerca di far uscire il gruppo fuori dagli ‘schemi abituali di ragionamento’ ricercando provocazioni per determinare concezioni e percezioni nuove.
Il pensatore dal CAPPELLO BLU è incaricato del controllo, è colui che deve organizzare il pensiero e la discussione. È il direttore d’orchestra del gruppo, colui che pretende il rispetto delle regole del gioco, quello che invita gli altri ad indossare i differenti cappelli e definisce gli argomenti. Si occupa infine di riassumere le discussioni, di abbozzare le conclusioni.
Ho inserito di seguito un breve video introduttivo sulla tecnica dei 6 cappelli per pensare. Purtroppo non è disponibile in italiano. Ad ogni modo, per chi fosse interessato, segnalo anche il canale youtube di Edward De Bono.
BRAIN WRITING
Dopo aver sommariamente delineato il ruolo associato a ciascun cappello (uno per pensatore) suggerisco di andare oltre, integrando in questo metodo la tecnica del brain writing (scrittura del cervello) ogni qualvolta siamo chiamati a trovare una soluzione condivisa su una determinata questione.
«Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.» Rita Levi – Montalcini
A detta dello psicologo Peter Heslin della Southern Methodist University degli Stati Uniti, il brain storming potrebbe rischiare di soffocare la creatività, cosa che solitamente non avviene con il brain writing.
Quest’ultima tecnica è semplice da mettere in pratica mentre stiamo effettuando una riunione impiegando i 6 cappelli di De Bono. A inizio riunione, dopo aver definito i ruoli e gli oggetti della discussione (a cura del pensatore dal CAPPELLO BLU), ognuno condivide i propri punti di vista scrivendoli su un foglio (ricordandosi di giocare il ruolo che gli è assegnato dal colore del cappello indossato). Questa fase avviene in silenzio, passando il foglio al vicino a destra. Questi lo legge e aggiunge la sua proposta di soluzione al medesimo problema. Ultimato il giro, i fogli vengono collocati al centro del tavolo. I membri del gruppo li analizzano e li discutono. Le idee che riscuotono maggior successo vengono conservate.
La ricerca sottolinea che questo metodo produce risultati migliori del brain storming perché nessuno deve aspettare il proprio turno per dire la propria opinione e non si corre il rischio di farsi prendere dall’insicurezza e di finire col pensare che le proprie idee siano inutili o folli. Se non hai il tempo di condurre unbrain writing ripiega su unbrain storming per via elettronica, perché con quest’ultima modalità si mitigano gli effetti negativi di una discussione verbale [3].
Anche in un articolo per Fimmina Magazine ho accarezzato queste considerazioni sul brain writing.
Allora? Geniale l’idea dei 6 cappelli per pensare?
Fatemi sapere quali risultati otterrete dopo la vostra prima discussione indossando i cappelli colorati!
[1] Edward De Bono, Sei cappelli per pensare. Manuale pratico per ragionare con creatività ed efficacia, best BUR, Milano, 2013, pagg. 29 – 33.
[2] Edward De Bono, Sei cappelli per pensare. Manuale pratico per ragionare con creatività ed efficacia, best BUR, Milano, 2013, pagg. 189 – 196.
[3] Leo Ferrante, Leader si diventa. 11 metodi per guidare gli altri nel lavoro e nella vita, Kindle Direct Publishing, Roma, 2018, pagg. 183 – 184.
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