La nazionale italiana agli Europei 2020
Mancini allenatore della nazionale di calcio: a distanza di 2 mesi esatti dalla finale di Wembley in cui l’Italia ha sconfitto l’Inghilterra nel campionato europeo 2020, condivido alcune riflessioni sulla leadership silenziosa di Mancini.
53 anni dopo la vittoria del 1968, la nazionale allenata da Roberto Mancini torna nuovamente sul tetto dell’Europa calcistica.
È stata la vittoria di un grande gruppo sapientemente guidato da Mancini e il suo staff verso questo importantissimo traguardo.
«Il leader più efficiente è l’individuo meglio equipaggiato per promuovere il gruppo nel raggiungimento dei suoi obiettivi.» Anonimo
Proviamo a carpire insieme i segreti della leadership di Mancini allenatore.
QUALI le CARATTERISTICHE del GRUPPO “NAZIONALE ITALIANA di CALCIO”?
Prima di procedere è necessario definire le caratteristiche che contraddistinguono il gruppo “nazionale di calcio”. Questo ci eviterà facili parallelismi tra la strategia messa in campo da Roberto Mancini allenatore e qualsiasi altro gruppo (sportivo e non) che non possiede le medesime caratteristiche di base.
«Nessuno ce la fa da solo. Quando vedi grandi cose realizzate, ricordati che non sono state realizzate da una sola persona. C’è bisogno di costruire in team e circondarsi delle persone migliori da cui apprendere, con competenze complementari alle tue.» Mark Zuckerberg
Il gruppo “nazionale di calcio” si caratterizza per:
- l’elevatissima motivazione dei giocatori (e di tutti coloro che girano loro intorno) ad entrare a far parte della nazionale; desiderano ardentemente farvi parte per le motivazioni più disparate. Tanto per citare alcune di queste ragioni: prestigio e riconoscimento sociale, perché lo hanno sognato sin da piccoli, per l’accresciuta appetibilità del giocatore negli anni a venire, etc. [ nota bene: vi andrebbe di condividere qualche altra motivazione? ]
- l’assenza di vincoli di risorse per l’allenatore; i giocatori sono stipendiati dalle squadre di appartenenza per cui il tecnico della nazionale designato è libero di convocare chi ritiene opportuno indipendentemente dall’ingaggio.
- la significativa importanza ricoperta dall’allenatore e l’influenza determinante che questi ha sul risultato finale. È davvero lui l’artefice del destino della propria squadra! In questo caso l’allenatore incide significativamente sulle variabili che costituiscono la nazionale di calcio assimilabile, di fatto, a un sistema complesso adattivo. Può scegliere infatti tutti i propri collaboratori, selezionare i giocatori all’interno di una vastissima rosa di papabili godendo di un osservatorio privilegiato, diramare la formazione che dovrà scendere in campo senza alcun condizionamento di sorta, decidere le sostituzioni e i rigoristi. [ Precisazione: quest’ultimo punto è comune in tutti gli allenatori ]
- la durata piuttosto lunga del contratto con cui viene ingaggiato l’allenatore. Questo proprio a significare che il progetto assegnato dalla federazione al suo tecnico è di medio periodo e non di breve-brevissimo periodo, come spesso avviene nella maggior parte delle squadre di club. Ciò gli consente di guardare con serenità al prossimo incontro, considerato l’arco temporaneo del suo incarico. Potrà così sviluppare un progetto di medio periodo.
COME Roberto Mancini allenatore ha COSTRUITO una NAZIONALE VINCENTE
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OBIETTIVO CHIARAMENTE DEFINITO
L’obiettivo assegnato alla squadra da Mancini: «vincere gli Europei di calcio 2020».
Ha comunicato e reso appetibile a tutto il suo team questo sogno grande, bello, concreto, importante da realizzare. Poi ha spinto il gruppo a interiorizzare e fare proprio questo sogno in modo tale che fosse condiviso, il più velocemente possibile, da tutti gli appartenenti al gruppo stesso.
«Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile.» Anonimo
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NO INDIVIDUALISMO, SÌ ALLO SPIRITO DI GRUPPO
Parafrasando Aristotele, il gruppo è qualcosa di più della semplice somma degli elementi che lo compongono. Mancini allenatore ha saputo veicolare questo messaggio: l’individualismo deve cedere lo spazio al collettivismo. Ha convinto la squadra che il bene collettivo è di gran lunga più importante delle aspirazioni dei singoli.
«Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante» – Proverbio del Burkina Faso
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COMPLEMENTARITÀ
Ha ricercato la complementarità all’interno della sua squadra. È fondamentale perseguirla scegliendo, appunto, giocatori tra loro complementari con il fine di coprire la più vasta gamma dei ruoli ricopribili. Così facendo si conferisce resilienza al gruppo, offrendogli la possibilità di reagire adeguatamente al maggior numero possibile di situazioni impreviste che dovessero verificarsi gara durante.
«Le persone interdipendenti combinano i loro sforzi individuali con quelli degli altri per conseguire un successo più grande.» Stephen Covey
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COMPATTEZZA
Ha inseguito, ha ricercato e ottenuto la compattezza del gruppo. I giocatori erano animati dalla volontà ferrea di aiutarsi l’un l’altro, sempre e comunque. Questo sentimento si acuiva, a maggior ragione, nei momenti in cui le cose sembravano potessero andar male.
«In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro.» Ogni Maledetta Domenica, Il discorso finale di Al Pacino
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DIVERSITÀ
Altra scelta inseguita dal tecnico è stata quella di creare un gruppo in cui esperienza e giovinezza potessero coesistere, sia tra i giocatori sia all’interno dello staff. Ha sapientemente mescolato equilibrio ed entusiasmo. La diversità, aggiunta alla complementarità degli elementi che compongono il gruppo, dona un enorme valore aggiunto al gruppo stesso.
«Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.» Tiziano Terzani
Quale EFFETTO si PREVEDE sul PIL ITALIANO a seguito della VITTORIA?
Micaela Cappellini, in un articolo pubblicato recentemente nel Sole 24 ore, evidenzia l’effetto positivo che la vittoria agli europei 2020 avrà sia sul Prodotto Interno Lordo (+ 0,7%) sia sulle esportazioni (+ 10%).
Prendendo per buoni questi dati, un interrogativo sorge spontaneo: «perché non investire in maniera più strutturata nello sport?» Oltre ad avere significativi ritorni benefici sulla salute fisica e mentale di chi lo pratica, potremmo beneficiare di un effetto positivo sull’economia reale. Entrambi questi aspetti non sono da sottovalutare. È quanto mai necessario avviare una riflessione ad ampio respiro da convogliare all’interno di una strategia nazionale che, prevedendo una forte spinta anche alle attività sportive, porterà dei benefici al Paese nella sua interezza.
Per CoNcLuDeRe
Roberto Mancini allenatore ha insegnato al suo gruppo a non mollare mai e a giocare sempre con il sorriso sulle labbra.
«Il lavoro di squadra è l’abilità di lavorare insieme verso una visione comune. L’abilità di dirigere ogni realizzazione individuale verso un obiettivo organizzato. È il carburante che permette a persone comuni di ottenere risultati non comuni.» Andrew Carnegie
Lo sport unisce più di ogni altra cosa, probabilmente al pari di una guerra che, ovviamente, nessuno si augura di dover combattere e rivivere. Le attività sportive stimolano il senso di appartenenza e creano un’identità forte all’interno di una comunità. Non poniamoci nessun limite, se non il cielo!
Come dimenticare la premiazione, l’inno nazionale … è questo il momento magico in cui il successo personale, quello della squadra, diventa il successo di una nazione! Questo è uno dei momenti più emozionanti che si rivive ogni qual volta riguardiamo le registrazioni di quei attimi di euforia collettiva!
Siamo ancora un popolo capace di grandi cose, scrolliamoci di dosso questo senso di provincialismo e di iper-criticismo che ci relega a posizioni che non ci appartengono! Sogniamo in grande! Ce la possiamo e ce la dobbiamo fare!
Un grazie al Mancini allenatore e alla nostra nazionale per averci fatto emozionare a conclusione di un sogno durato diversi anni! Un sogno che ha attraversato e sopravvissuto, tra l’altro, anche alla pandemia! Con questa squadra e con questo allenatore i mondiali non sono poi così lontani! Dite incrociate e AVANTI TUTTA!
SOGNO AZZURRO: che video!
Consiglio vivamente di vedere questi video su RaiPlay. Per la prima volta al pubblico è stata data l’opportunità di entrare a Coverciano e seguire la preparazione dei nostri giocatori. È un viaggio bellissimo insieme agli Azzurri sia durante le trasferte sia nelle cosiddette partite giocate in casa. Godetevi questi 5 video perché ne vale la pena! Se non avete molto tempo a disposizione, potete guardali anche singolarmente. Vi consiglio di seguire l’ordine di successione suggerito.
Verso Euro 2020 – Sogno Azzurro – 1^ puntata
«La creazione di un gruppo è l’argomento della prima puntata, che si sofferma su come Roberto Mancini allenatore, abbia dato un nuovo spirito alla Nazionale, aiutato da uno staff formato prevalentemente da ex calciatori della “sua” Sampdoria, amici e compagni di una vita.»
Verso Euro 2020 – Sogno Azzurro – 2^ puntata
«La seconda puntata è incentrata sui problemi, le paure e gli ostacoli che il gruppo è stato costretto a superare. Tra infortuni, assenze e complicazioni legate al Covid, che ha inevitabilmente coinvolto anche i calciatori e lo staff della Nazionale.»
Verso Euro 2020 – Sogno Azzurro – 3^ puntata
«Nella terza puntata viene indagato il delicato rapporto tra i giocatori della Nazionale, la stampa e i tifosi. Una storia che nasce da lontano, e che spesso ha incrociato alcuni momenti memorabili del calcio italiano, come le vittorie mondiali nell’82 e nel 2006, per arrivare fino a oggi, l’epoca dei social e dell’interazione senza filtri.»
Verso Euro 2020 – Sogno Azzurro – 4^ puntata
«La quarta puntata si concentra sul decisivo momento della vigilia, raccontando tramite la viva voce dei calciatori della Nazionale, e dei componenti dello staff tecnico, i modi per affrontare la tensione che precede le partite fondamentali, tra allenamenti, emozione e piccole scaramanzie. “Sogno Azzurro” è il primo progetto della Direzione Sviluppo Nuovi Formati, in collaborazione con Direzione Creativa.»
Sogno Azzurro – La strada per Wembley
«Un docu-film che ripercorre la cavalcata vittoriosa degli Azzurri di Mancini, dalla partita d’esordio fino alla finale contro l’Inghilterra. Una troupe ha vissuto per un mese insieme agli Azzurri, per portare gli spettatori dentro la vita dei calciatori e di tutti i componenti dello staff, tra allenamenti, partite, viaggi e festeggiamenti. Un’avventura raccontata attraverso le voci dei protagonisti, che hanno confidato alle telecamere sogni, gioie, dolori e speranze. “Sogno Azzurro, la strada per Wembley” è il completamento di un progetto iniziato un anno fa insieme alla Figc, per raccontare l’avvicinamento della Nazionale agli Europei attraverso le 4 puntate andate in onda nei giorni immediatamente precedenti all’Europeo, portando in una delle fasce orarie più importanti della prima rete generalista il nuovo linguaggio televisivo della docu-serie. “Sogno Azzurro, la strada per Wembley” è un progetto della Direzione Sviluppo Nuovi Formati.»
Come promesso, le invio il mio modesto parere su quanto letto.
Concordo pienamente in tutto ciò che ha scritto nell’articolo, con il senno di poi con la mancata qualificazione al mondiale viene meno qualche punto da lei evidenziato.
La leadership del nostro ct, a mio avviso, è venuta meno durante le qualificazioni al mondiale del Qatar 2022, che ahimè fra qualche giorno, inizierà vedendoci esclusi per la seconda volta di fila.
Non voglio essere presuntuoso, ma dall’esterno e da qualche intervista a Mr. Mancini fidarsi e affidarsi al gruppo europeo, anche per senso di riconoscenza congiunta a qualche scelta tecnica quantomeno discutibile, ha permesso si di perdere in casa con uno stadio gremito contro la modestia Macedonia la semifinale per lo spareggio mondiale.
Mi farebbe piacere leggere una sua revisione dell’articolo collegando i due eventi sportivi che ci hanno regalato si tante emozioni, ma anche tanta rabbia per l’ennesima delusione.
Alla prossima, saluti!!!
Caro Giuseppe,
grazie per aver commentato.
L’articolo è stato scritto facendo un ingrandimento sulla leadership di Mancini agli europei che, visti i risultati, ha funzionato alla grande.
Nel post europei più di qualcosa non è andato come si sperava a conferma che nello sport è difficile vincere ma, ancor di più, continuare a vincere e mantenersi a quei livelli.
Torna a trovarci sul blog.
Un caro saluto,
Leo
Articolo molto interessante applicato ad uno degli eventi sportivi più rilevanti degli ultimi mesi. Ha catturato la mia attezione sopratutto il riferimento al PIL italiano, assolutamente non scontato, che da modo di riflettere su quanto la leadership di una persona nello sport possa condizionare una nazione. Ottimo lavoro!
Grazie per il commento caro Matteo!
Effettivamente c’è bisogno di tanta buona leadership un po’ ovunque … e anche l’economia italiana ne beneficerebbe!
Alla prossima,
Leo
Caro Leo, innanzitutto grazie per le tue riflessioni sulla nostra cara Nazionale di calcio. A mio avviso, La leadership “silenziosa” del Mancio è “favorita” da diversi fattori, primo tra tutti la facoltà che il coach possa scegliere gli elementi del gruppo, gli suoi uomini “fidati” da gestire e guidare verso l’obiettivo finale. E in questo, nonostante alcune critiche sull’esclusione di qualche giocatore, il Mancio è stato davvero fenomenale nel selezionare, osservare e compattare i suoi giocatori durante tutto il percorso di arrivo agli europei. Ci sono stati altri coach della nazionale che hanno miseramente fallito nel loro mandato (vds. Prandelli e Ventura) anche solo per una scelta non azzeccata, un’unica mela marcia.
Altro aspetto che preme sottolineare è l’intelligenza nel comprendere quale tipologia di comportamento adottare per esercitare la propria leadership in base al contesto, alle caratteristiche del gruppo e agli obiettivi da raggiungere. Il Mancio dell’Inter è un allenatore diverso da quello che è stato al Manchester City e quello della Nazionale (probabilmente anche l’esperienza acquisita nel corso del tempo incide significativamente).
Restando al mondo del calcio, sarebbe interessante analizzare il ruolo del leader “primus inter pares” riconosciuto e acclamato all’interno della squadra da tutti (o quasi) i componenti della squadra (e questo potrebbe essere il caso di Ibrahimovic al Milan).
Caro Peppe,
grazie a te per le tue considerazioni.
Concordo sul fatto che l’allenatore della nazionale gode di situazioni privilegiate nella scelta dei giocatori e dello suo staff. Ma questo non significa che il suo ruolo è semplice o privilegiato, proprio perché anche altri allenatori delle nazionali si trovano, più o meno, nelle medesime condizioni. Sono dello stesso tuo avviso riguardo la leadership situazionale, è importante per un leader sapersi adeguare al contesto nel quale si trova ad operare.
Sicuramente meriterebbe un approfondimento anche il ruolo del leader naturale all’interno dei giocatori di una squadra!
Alla prossima!
Leo
Caro Leo, non conosco il calcio ma l’articolo è come sempre molto interessante. Soprattutto nella parte in cui evidenzia la totale autonomia (e responsabilità) dell’allenatore nel selezionare in base al merito e decidere autonomamente gli aspetti strategici e tattici senza dover soggiacere a vincoli esterni che nulla hanno a che fare con il perseguimento del risultato.
Caro Errico,
grazie per il puntuale commento.
È proprio così, l’allenatore della nazionale gode di un’ampissima autonomia decisionale potendo scegliere giocatori e staff tecnico di cui circondarsi.
Di contro, è anche il maggiore responsabile dei risultati ottenuti dalla sua squadra.
Un caro saluto!
Alla prossima,
Leo