INTRODUZIONE

Da abruzzese e da appassionato di leadership, dovevo scrivere qualcosa sul manager italo-canadese Sergio Marchionne.

Ho letto tutto d’un fiato il libro “Sergio Marchionne” di Tommaso Ebhardt, direttore della redazione di Bloomberg News di Milano. Ha avuto la fortuna di seguire, in lungo ed in largo per il mondo, e per più di un decennio, Sergio Marchionne amministratore delegato di FIAT e di FCA. Avendolo conosciuto personalmente e per un così lungo periodo, non sorprende che il suo libro d’esordio sia presto diventato un bestseller.

Ci sarebbero tante cose da scrivere su Marchionne. Mi limiterò, in questo articolo, a trarre il maggior numero di insegnamenti possibili indagando la sua ‘leadership destrutturata’. Nel farlo mi avvarrò il più possibile delle sue parole, delle sue frasi, degli aforismi, delle interviste, delle lectio magistralis, delle comunicazioni interne rivolte ai propri collaboratori nonché del copioso materiale presente in rete e all’interno del libro di Tommaso Ebhardt.

 

 

BREVE BIOGRAFIA

Sergio Marchionne, manager italiano naturalizzato canadese, nasce a Chieti il 17 giugno 1952 e muore a Zurigo il 25 luglio 2018.

Il padre Concezio (abruzzese di Cugnoli) fu Maresciallo dei Carabinieri in servizio in Istria fino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Qui il padre e la madre (Maria Zuccon) si conobbero. Quando l’Istria passò alla Jugoslavia si trasferirono in Abruzzo, a Chieti, dove ben presto si sposarono e nacque Sergio. Quando Marchionne aveva appena compiuto 14 anni, emigrarono in Ontario (Canada) dove si trovava già la zia materna.

 

 

FORMAZIONE

Marchionne si laurea in filosofia all’università di Toronto. Successivamente si laureò, con il massimo dei voti in giurisprudenza, nell’università di York (Ontario) e conseguì un master in Business Administration sempre in Ontario, nell’università di Windsor.

Continuerà a studiare tutta la sua vita. Appassionato di fisica, filosofia, musica e tanto altro ancora, grazie a questa preparazione vastissima e diversificata, negli anni riuscirà sempre ad improvvisare egregiamente arrivando, spessissimo, prima degli altri.

 

 

SELEZIONE DEL PERSONALE

Preferisco non aggiungere altre parole al seguente passaggio sulla selezione del personale di Marchionne manager:

«Ci sono due domande che faccio per capire se la persona che ho di fronte ha le caratteristiche adeguate a far parte del nostro gruppo: qual è stato il tuo più grande successo? In cosa fai veramente schifo? Con la risposta alla prima domanda riesci a farti una buona idea di come una persona definisca il concetto di successo nella vita, e nella stragrande maggioranza dei casi senti delle cose veramente senza alcun senso. Con la seconda risposta ti rendi conto del livello di onestà di chi hai davanti. Per essere parte di questa squadra devi essere decisamente onesto con te stesso e devi saper definire il concetto di successo in una maniera molto peculiare. Devi fare una dannata differenza! Se hai questo obiettivo in mente, qualsiasi sia il tuo lavoro, le soddisfazioni, anche economiche, ti arriveranno nel corso della tua carriera.»[1] Sergio Marchionne

 

 

RISULTATI OTTENUTI NEL SUO LAVORO

Non esprimerò alcun giudizio in questo breve paragrafo. Mi limiterò a riportare alcuni risultati significativi ottenuti nel corso della sua carriera.

Conti alla mano, Marchionne ha compiuto un miracolo finanziario. Ha preso la FIAT praticamente fallita (perdeva circa 5 milioni di euro al giorno), valeva poco più di 5 miliardi di euro. L’ha fusa con Chrysler il 1° gennaio 2014. Ha separato le attività industriali unendole in CNH industrial a novembre 2012. Il 20 gennaio 2015 ha scorporato la rossa di Maranello. FCA e Ferrari, dopo quella operazione, valgono 20 miliardi di euro, il doppio di quanto valevano insieme l’anno precedente, prima dell’operazione.

Dal 2004 al 2018 il valore dell’azienda che guidava è passato da 5 a 70 miliardi di capitalizzazione in borsa.

Nella sua vita ha accumulato circa 1 miliardo di euro di patrimonio!

Questi sono solo alcuni degli straordinari risultati raggiunti nella sua carriera da amministratore delegato.

 

 

PRINCIPI DI LEADERSHIP

Nel raccontare la “leadership destrutturata di Marchionne” analizzeremo i principi fondamentali che lo hanno guidato e ispirato nell’intera vita lavorativa.

  • Ogni leader vincente è animato da una forte passione e da una smisurata determinazione. Anzi, usando le sue parole, il leader è letteralmente ossessionato sia dall’idea di arrivare per primo in tutto ciò che fa sia dalla paura di perdere tutto. A pensarci bene, il voler essere sempre il primo (tanto per fare qualche esempio, il primo uomo ad andare sulla luna, essere l’uomo più veloce del mondo, vincere una gara sportiva, fondare l’azienda automobilistica più grande del mondo, etc.) ha un fortissimo potere evocativo e riesce ad infondere una grande spinta motivazionale a chi è ossessionato da questa idea! Questa sua dannata determinazione mi ricorda molto uno dei tratti distintivi di Steve Jobs!

«Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione!» Georg Wilhelm Friedrich Hegel

  • Un’altra grande ossessione che ha animato tutta la sua vita era il voler costantemente ‘mettere a posto le cose’. Era solito usare l’espressione inglese «I am a fixer» nel senso che lui era quello che ‘metteva a posto le cose’. Non si fermava fino a quando non raggiungeva gli obiettivi che si era prefissato! Per lui, seguire le proprie passioni, oltre a un’ossessione, era un dovere irrinunciabile! La leadership si riassume nel saper mettere a posto le cose! Questa è stata una sua abitudine mentale! In nome di queste ossessioni si è sacrificato tantissimo, lavorando più di 12 ore al giorno! Finirà per trascurare tutto ciò che non fosse riconducibile al suo lavoro!

«Ci vogliono obiettivi ambiziosi, non puoi scegliere come obiettivo la mediocrità o finirai per farti schiacciare dai concorrenti.» Sergio Marchionne[2]

  • Il leader, per Marchionne, è tale grazie ai propri collaboratori. Il rispetto per gli altri è fondamentale. L’accettazione e la ricerca della diversità è essenziale per crescere. Questo suo modo di porsi e relazionarsi richiede una grande apertura mentale. Il leader insegue l’ascolto e il confronto con altri valori, ricerca differenti tradizioni e diverse regole del vivere nel sociale. Il leader si pone tante domande e si fa venire tanti dubbi. Si tiene lontano dalle risposte preconfezionate, quelle buone per ogni situazione!

«Il carisma non è tutto. Come la bellezza nelle donne: alla lunga non basta.» Sergio Marchionne

  • Il Marchionne leader rompe gli schemi precostituiti e pretende che lo facciano anche i suoi collaboratori! È una forma mentis necessaria che va adottata con costanza per essere imprevedibili! Era solito ripetere: «La concorrenza ci fa fuori in pochi secondi!». Le soluzioni adottate in passato vanno bene per il passato! Questo modo di essere lo si osserva in diverse apparizioni pubbliche quando, nonostante fosse chiamato a recitare il copione preparato o a seguire un dettagliato protocollo, evitava di seguirli pedissequamente. Era sempre alla ricerca di un’occasione per rompere gli schemi, per inciampare consapevolmente in qualche fuori programma.

«Ho grande rispetto per gli operai e ho sempre pensato che le tute blu quasi sempre scontino, senza avere responsabilità, le conseguenze degli errori compiuti dai colletti bianchi.» Sergio Marchionne

  • Ogni mattina il leader Marchionne si chiedeva se stesse facendo la cosa giusta. Il mondo là fuori corre così velocemente. Era solito chiedersi cosa andava cambiato e come poterlo fare nel più breve tempo possibile.

La leadership non è anarchia. In una grande azienda chi comanda è solo. La collective guilt, la responsabilità condivisa, non esiste.» Sergio Marchionne

  • Nella sua ultima intervista rilasciata a Tommaso Ebhardt, che diventò parte del suo testamento spirituale, rispose con queste parole riguardo le indicazioni che avrebbe dovuto lasciare al suo successore: «Non ci sono schemi, né appunti, tantomeno un manuale delle istruzioni: ogni direttiva è temporanea!». Questo è il cosiddetto approccio improvvisato al management. Lui si ispirava dai jazzisti. Musicisti molto preparati che però, quando salgono sul palco, improvvisano. Proprio come adorava fare lui! A suo dire così fa il vero leader, è sempre pronto a cambiare e ad adattare rapidamente le strategie quando le condizioni mutano improvvisamente.

«Se ho un metodo, è un metodo che si ispira a una flessibilità bestiale con una sola caratteristica destinata alla concorrenza: essere disegnato per rispondere alle esigenze del mercato. Se viene meno a questa regola è un metodo che non vale un tubo.» Sergio Marchionne

  • Il leader è in grado di trasmettere emozioni, di raccontare storie, di immaginare il futuro. È in possesso di una capacità di fare retorica, di confezionare discorsi memorabili e toccanti. Pochi riescono a comunicare i propri sogni e pochissimi sanno indicare la via per raggiungerli. Prendiamo come esempio questo memorabile discorso tenuto da Marchionne il 6 maggio 2014[3] presso la sede del gruppo FCA in America. Presentava così agli investitori le nuove sfide:

«C’è un mondo dove le persone non lasciano accadere le cose ma le fanno accadere, non lasciano i sogni fuori dalla porta ma si fanno coinvolgere, assumono rischi e lasciano il proprio segno. […] È un mondo dove ogni giorno e ogni nuova sfida portano occasioni per costruire un futuro migliore. Benvenuti a Fiat Chrysler Automobiles. […] Le persone che vivono qua non vivono mai lo stesso giorno due volte, perché sanno che c’è sempre qualcosa che può essere fatto meglio. Questo mondo straordinario appartiene a quelle persone così come loro appartengono a esso. Lo rendono reale con il loro duro lavoro, lo forgiano con il loro talento e lo marchiano in modo indelebile con i loro valori. Può non essere un mondo perfetto e certamente non è facile. Nessuno siede ai margini e il ritmo può essere furioso perché queste persone hanno una passione, una forte passione, per quello che fanno. Coloro che scelgono di vivere in questo mondo credono che prendersi la responsabilità dia un significato più profondo al loro lavoro e alla loro vita. Benvenuti in questo mondo.» Sergio Marchionne

  • Nel corso della lectio magistralis tenuta durante il Conferimento della Laurea ad Honorem in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Torino il 27 maggio 2008[4], Sergio Marchionne ha presentato in maniera lucida e senza troppi giri di parole la personale visione della leadership. A suo modo di vedere i leader:
    • hanno il coraggio di sfidare l’ovvio, di esplorare, di percorrere strade non battute. Rompono gli schemi per superare quanto già raggiunto dalla concorrenza, facendo cose che altri non hanno ancora fatto
    • sono uomini e donne che rispettano gli altri, che sanno agire perché comprendono il contesto sociale nel quale vivono, operano e lavorano. Agiscono con rapidità ma sanno ascoltare gli altri
    • sono affidabili (nel senso che mantengono sempre le promesse), ma che non fanno promesse che non sono in grado di mantenere
    • sono motivati, tenaci, fiduciosi in sé stessi e nei loro collaboratori
    • non esitano dinanzi le responsabilità e hanno una capacità straordinaria di disegnare collaborazioni creative all’interno delle loro squadre
    • non sono nient’altro che strumenti di cambiamento. Agiscono con chiarezza, coerenza, si battono per i valori e i principi forti, sono in grado di trascinare la squadra verso il raggiungimento di un obiettivo.

«Essere leader è un grande privilegio … per cui bisogna meritarselo. È necessario essere un esempio costante per i propri collaboratori, sempre e comunque. In tutte le situazioni i propri collaboratori devono vedere nel leader il più naturale punto di riferimento cui ispirarsi!» Sergio Marchionne

 

RIASSUMENDO

Provando a riassumere la leadership destrutturata di Marchionne, possiamo affermare che essa:

  • si fonda sul pensare diversamente, sull’avere il coraggio di cambiare con senso di responsabilità. Si adatta ai ‘tempi di guerra’, ai periodi burrascosi, ovvero quando ci sono tante cosa da sistemare. Lo stile di Marchionne è probabilmente tra i meno adatti ai tempi di pace
  • ricerca il miglioramento continuo come parte integrante della cultura personale e aziendale
  • guarda sempre avanti migliorando costantemente i risultati e la qualità dei prodotti e servizi resi
  • è capace di ipnotizzare il pubblico con un linguaggio asciutto, diretto, pungente, estremamente efficace, in grado di entrare in sintonia diretta con le persone e che sa lasciare il segno
  • sa immaginare e prevedere il futuro perché vuole anticipare i concorrenti ogni qual volta le condizioni di mercato si apprestano a cambiare
  • è uno strumento, è un vettore di cambiamento
  • è poco interessato alla forma e molto alla sostanza! Era solito ripetere: «I have zero tollerance for bullshitsNon ho alcuna tolleranza per le stronzate!».

La privacy è per lui un’ossessione. «La mia vita privata è privata. Stop! Nessuno ha il diritto di conoscere i fatti miei.» Basti pensare che non verrà fornita una dichiarazione ufficiale sulla causa della sua morte, sulla natura della sua malattia. Nonostante fosse malato da un anno nessuno ne era a conoscenza, nemmeno i suoi collaboratori più stretti che trascorrevano più di 12 ore al giorno con lui!

«I leader, i grandi leader, sono persone che hanno una capacità fenomenale di disegnare e ridisegnare relazioni di collaborazione creativa all’interno dei loro team.» Sergio Marchionne

Alla domanda: «ne vale la pena fare tutto ciò che sta facendo sacrificandosi così tanto?» rispondeva più o meno in queste termini: «vorrei che sulla mia lapide ci fosse scritto che quest’uomo ha fatto la differenzahe made a difference!»

 

 

COSA MARCHIONNE NON È RIUSCITO A REALIZZARE

Nonostante Marchionne fosse ambizioso, testardo, determinato non è riuscito a realizzare tutto quanto avrebbe voluto. In particolare, non gli riuscì di:

  • fondere FCA con General Motors per creare il primo gruppo automobilistico al mondo
  • far tornare la Ferrari a vincere un mondiale di Formula 1 (la sua ultima grande ossessione!)

«Vincere in Formula 1 è un traguardo non negoziabile. Voglio seguire lo stesso schema adottato in FCA, eliminando le gerarchie e puntando sulle persone interne all’azienda che sono disposte a dare l’anima per noi.» Sergio Marchionne

  • azzerare il debito e triplicare l’utile del gruppo per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale e per farlo trovare pronto quando, le fusioni nel mercato dell’industria automobilistica, avranno luogo
  • creare una società di consulenza manageriale per aiutare altre imprese a ‘mettere a posto le cose
  • insegnare all’università

«Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione!» Pablo Picasso

 

 

IL CAMBIAMENTO

Prima di consigliarvi alcuni video illuminanti di Marchionne, leggiamo questa profonda considerazione sul cambiamento e sugli italiani:

«Noi italiani siamo da sempre il Paese dei gattopardi. A parole vogliamo che tutto cambi, ma solo perché tutto rimanga com’è. Il punto è che se non cambiamo atteggiamento, tutti quanti – collettivamente e ognuno come singolo – andremo sempre più in basso. Ognuno di noi, ogni individuo, deve farsi un esame di coscienza e decidere qual è il tipo di cambiamento che vuole: il proprio o quello degli altri. Nel farlo, dobbiamo essere consapevoli che il primo richiede sacrifici, coraggio e senso di responsabilità nel costruire l’Italia che vogliamo. L’altro, invece, ci relega al ruolo di spettatori e condanna la società italiana e il futuro del Paese a quello di vittima.»[5] Sergio Marchionne

 

 

DA VEDERE, ASCOLTARE E RIASCOLTARE!

A conclusione di questa maratona sulla leadership destrutturata di Marchionne troverete alcuni interventi pubblici che mi hanno particolarmente ispirato. Vi consiglio di trovare il tempo per guardarlianche singolarmenteanche più volteperché ne vale davvero la pena! Il sentire la sua voce e il guardare il suo para-verbale trasmette profonda emozione e regala insegnamenti unici. E poi contengono contenuti di più ampio respiro rispetto a quelli presentati nell’articolo! Buona visione!

 

Qui Sergio Marchionne, davanti agli studenti del Politecnico di Torino (a partire dal minuto 36), offre una bellissima testimonianza della sua carriera professionale regalando degli insegnamenti memorabili sulla leadership.

 

Queste le parole che ha voluto donare agli studenti al termine del suo intervento:

« […] Voi avete la grande occasione di mettere quello che siete, i vostri sogni e le vostre qualità in questo progetto, per creare un domani esattamente come lo volete.

La forma e il significato della società del futuro dipenderanno dai vostri ideali, dal vostro modo di pensare e di agire; ognuno di voi può contribuire a creare una società migliore: questa è la vera sfida che ci aspetta.

L’uomo che segue il proprio comodo è condannato a vivere in una prigione che si è costruito da solo, dove i muri sono troppo alti e troppo spessi per far passare l’aria o vedere la luce; chi guarda solo a sé stesso non sarà mai una persona libera, perché non avrà altro spazio se non quello limitato e fragile di uno specchio.

La vera libertà esiste solo nell’impegno; e penso che questo sia anche il senso del titolo del vostro Meeting, che richiama molto da vicino quello che lo stesso Hegel disse sulla natura umana: «Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione». Credo che sia anche l’unico modo per trovare una realizzazione personale e dare un significato più profondo alla nostra vita. Nel seguire la propria strada, la responsabilità di ogni individuo, di ognuno di noi è enorme.

Circa cinquecento anni fa, Nicolò Machiavelli ci ha offerto questo spunto: «Il ritorno al principio è spesso determinato dalla semplice virtù di un uomo; il suo esempio ha una tale influenza che gli uomini buoni desiderano imitarlo e quelli cattivi si vergognano di condurre una vita contraria al suo esempio».

Se c’è un segreto nella Fiat di oggi è proprio questo: abbiamo avuto la capacità di costruire un’azienda di uomini e di donne di virtù; sono persone che sentono il peso della responsabilità di ciò che fanno, che agiscono con decisione e con coraggio e che non si tirano indietro quando si tratta di dare il buon esempio. Sono persone che sanno che solo una condotta morale può assicurare merito e dignità a qualunque risultato.

Questo è l’augurio con cui vorrei lasciarvi: a prescindere dalla strada che sceglierete auguro a ognuno di voi di diventare come la persona descritta da Machiavelli, uomini e donne di virtù.

Grazie a tutti per l’attenzione.»

 

Una bellissima intervista in cui Marchionne parla del mercato del lavoro, della crisi finanziaria e di tanto altro ancora, con la solita schiettezza e sincerità.

 

Qualche ragione c’è se gli investimenti esteri sono ancora così bassi. E queste ragioni si chiamano burocrazia, servizi, infrastrutture, tasse e costi di gestione. Dalla mia esperienza personale, ho visto che i vincoli burocratici alla fine proteggono aziende inefficienti, aziende che non hanno prospettive di sviluppo e nella maggior parte dei casi scaricano i costi sui clienti.” Sergio Marchionne

 

Conosciutissimo intervento in cui parla, tra l’altro, dei suoi primi giorni di permanenza in FIAT. Da non perdere!

 

 

Vi consiglio di soffermarvi sui primi minuti del suo intervento dove riporta una bellissima poesia di Charles Osgood:

«Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.

C’era un lavoro importante da fare e a Ognuno fu chiesto di farlo.

Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto.

Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece.

Qualcuno si arrabbiò, perché era il lavoro di Ognuno.

Ognuno pensò che Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno capì che Qualcuno non l’avrebbe fatto.

Finì che Ognuno incolpò Qualcuno, Nessuno fece ciò che Qualcuno avrebbe potuto fare.»

Charles Osgood.

 

 

Così concludeva il suo intervento:

«Per quanto riguarda la mia ambizione nella vita è sempre stata e rimarrà molto semplice: quando vado a dormire la notte, dovunque mi trovi, a qualunque ora sia, mi faccio una sola, semplice domanda: sono riuscito a migliorare le cose rispetto a come le ho trovate al mattino? E se ho fatto tutto il possibile per proteggere e migliorare il benessere della nostra gente. Tutto qua. Ma è esattamente questa semplicità di obiettivo che fa della leadership una vocazione nobile. Così a voi auguro la stessa cosa che auguro a me stesso ogni giorno: di essere in grado di rispondere “sì” a questa domanda il più spesso possibile, nei vostri sforzi futuri. Grazie di cuore per l’invito di oggi.» Sergio Marchionne

 

 

Queste le parole a conclusione del suo intervento dedicato agli studenti presenti in aula:

«Il viaggio alla scoperta di sé può essere pieno di mille insidie, ma dovrete compierlo in autonomia, senza evitare gli ostacoli.

Cercate da soli la vostra strada, cambiatela tutte le volte che volete, seguite i vostri sogni.

Non lasciate che l’educazione, le abitudini, i vostri stessi preconcetti diventino una prigione.

Abbiate sempre il coraggio di cambiare voi stessi – le vostre idee, il vostro approccio, il vostro punto di vista – perché è l’unico modo per cambiare le cose che non vanno e per migliorare la vostra vita e quella di tanti altri.

E mentre cercate la vostra strada, tenente a mente chi volete diventare.

Pensate a quale impronta volete lasciare, a quale differenza volete fare, rimanete ambiziosi nei vostri obiettivi, perché rassegnarsi a una vita mediocre non vale mai la pena.» Sergio Marchionne

 

 

Qui Marchionne esordisce definendo caotico il suo percorso di studio e parla della sua vita professionale continuamente cambiata e rimessa in discussione.

 

Voglio concludere questo articolo con un video pubblicato da Michele Orazio Giannone sul suo canale YouTube nel quale propone le 5 regole di Sergio Marchionne per avere successo:

  1. rompi gli schemi
  2. trova la tua passione
  3. persegui obiettivi nell’incertezza
  4. fai le cose e falle bene
  5. migliora il posto in cui vivi

 

 

[1] Tommaso Ebhardt, Sergio Marchionne, Pickwick, Milano, 2019, pag. 289.

[2] Tommaso Ebhardt, Sergio Marchionne, Pickwick, Milano, 2019, pag. 157.

[3] Tommaso Ebhardt, Sergio Marchionne, Pickwick, Milano, 2019, pagg. 157-158.

[4] Laurea ad Honorem in Ingegneria Gestionale, assegnatagli “per la lunga e prestigiosa attività manageriale a livello internazionale”, da 59’14’’ a 1h 00’ 40’’.

[5] Tommaso Ebhardt, Sergio Marchionne, Pickwick, Milano, 2019, pag. 186.