IDEE DOMINANTI: UNA BREVE INTRODUZIONE

 

Torniamo oggi ad occuparci di Edward De Bono e del pensiero laterale soffermandoci, questa volta, sulle idee dominanti.

Pensiero laterale e pensiero verticale: due modi tra loro complementari

 

Innanzitutto definiremo il concetto di idea dominante riferendoci a quanto stiamo leggendo, scrivendo o del quale ci occupiamo nel lavoro e nella vita. La definizione di idea dominante ci aiuterà a prendere le distanze da modelli rigidi e, nel contempo, generare alternative. Scopriremo quindi come individuare l’idea dominante proprio per trovare uno dei possibili modi per rifuggirla! Ma perché farlo?

Semplice, quando non si riescono a individuare le idee dominanti, si corre il serio rischio di rimanere dominati da quella situazione.

 

 

Le buone idee camminano con le proprie gambe, le mediocri con quelle del gregge.” Carlo Pin

 

Procedendo per passi, iniziamo col definire un’idea dominante.

 

 

«Le idee dominanti di un’epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.» Karl Marx

 

 

IDEE DOMINANTI: UNA POSSIBILE DEFINZIONE

 

Idea dominante: «Si tratta di una convinzione profonda, colorita da una forte partecipazione affettiva; la componente affettiva mantiene e fissa l’idea fino a che essa non si identifica con la personalità stessa del soggetto, che ne fa lo scopo di tutti i suoi pensieri.» È quindi un atteggiamento soggettivo che dipende, non dalla situazione stessa, ma nel modo in cui la interpretiamo e la condividiamo.

Parlando, ad esempio, di un quadrato sappiamo che questa è una forma geometrica definita. Conosciamo inequivocabilmente cosa stiamo osservando e a cosa ci riferiamo. Nella maggior parte dei casi però, abbiamo solo una vaga consapevolezza della situazione che ci troviamo ad analizzare. Solitamente questa è la tipica situazione nella quale ci imbattiamo quando affrontiamo un problema. È difficile trasformare una vaga descrizione di un concetto in qualcosa di chiaramente definito, perché magari risulta complesso, troppo articolato o, perché composto da più temi in apparenza scollegati tra loro. Questo apparire vago e indeterminato ci condiziona nelle analisi successive e non ci consente di individuare con precisione l’idea dominante.

Visto che, come ricorderete, uno degli scopi del pensiero laterale è quello di generare nuove soluzioni, valide alternative, differenti modi di fare le cose, dobbiamo capire come individuare le idee dominanti.

 

 

«Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla.» Ezra Pound

 

 

IDEE DOMINANTI: COME INDIVIDUARLE PRATICAMENTE?[1]

 

Individuare un’idea dominante non è facile perché risente della cultura e dipende dalle lenti utilizzate dall’osservatore.

Il modo migliore per individuare idee dominanti è avvalersi di gruppi di persone accomunate dal fatto di avere nulla o quasi nulla in comune. Questi gruppi devono essere il più disomogenei possibili per cultura, attitudini, passioni, esperienze, titoli di studio, etc. Così facendo queste persone individueranno diverse idee dominanti riferite al problema oggetto della nostra analisi.

Un possibile esercizio è quello di ricordare a tutti la definizione di idea dominante e scegliere un articolo di un quotidiano. A questo punto il facilitatore lo leggerà ad alta voce chiedendo ai membri del gruppo di individuare l’idea dominante dell’articolo annotandola su di un foglio.

Il facilitatore raccoglierà tutte le idee prodotte e chiederà a tutti i componenti del gruppo di discutere e argomentare la propria idea dominante.

Dopo la presentazione delle proprie idee, viene data l’opportunità agli altri componenti del gruppo di discutere, fare domande e approfondire.

Quando tutti avranno presentato le proprie idee dominanti e, solo dopo averle discusso, il gruppo avrà una maggiore consapevolezza del tema oggetto della discussione e avrà inconsapevolmente generato molte alternative alla propria idea dominante inizialmente individuata.

 

 

La maggioranza non filosofica degli uomini consiste in quelli più irrimediabilmente dipendenti dalle idee dominanti della loro epoca. In tempi di crisi questi uomini hanno bisogno di un certo tipo di teoria come guida; ma, non essendo familiari con il campo delle idee, non sanno che sono possibili delle alternative alle teorie popolari. Essi conoscono solo ciò che è sempre stato loro insegnato.” Leonard Peikoff

 

Provate a svolgere questo esercizio pratico con il vostro gruppo di lavoro. Scegliete uno dei temi che vi affligge o che state esaminando a lavoro e date sfogo alla vostra creatività per generare le nuove alternative. Di conseguenza avrete diverse nuove opportunità.

 

Che ve ne pare? Avete qualche idea da aggiungere? Lasciate i vostri commenti.

 

 

«Un’idea mediocre che genera entusiasmo andrà oltre una grande idea che non ispira nessuno.» Mary Kay Ash

 

 

A chiusura dell’articolo, vi lascio con un altro illuminante video di Edward De Bono sulla nostra mente e sul pensiero laterale. È in inglese e con i sottotitoli in italiano. 25 minuti molto molto interessanti. Buona visione!

 

 

 

 

 

[1] Edward De Bono, Creatività e pensiero laterale, BUR Rizzoli, Milano, 2014, pagg. 120 – 127.