CREATIVITÀ E PENSIERO LATERALE: TECNICA DEL FRAZIONAMENTO[1]

 

La creatività e il pensiero laterale, come abbiamo più volte ricordato in precedenti articoli, si prefiggono di osservare le cose in modi diversi per generare alternative e ristrutturare modelli esistenti.

«In una cultura abituata da secoli a frazionare ogni cosa al fine di controllarla, può essere sconcertante scoprire che il medium è il messaggio.» Marshall McLuhan

In questo articolo parleremo di frazionamento, intesa come tecnica di pensiero laterale utile a ristrutturare modelli e situazioni generando alternative. Presto ci renderemo conto che non è affatto facile. Anche questa volta dobbiamo ringraziare il maestro del pensiero laterale Edward De Bono che con i suoi insegnamenti è riuscito a farmi appassionare a questo tema molto importante.

La tecnica del frazionamento si prefigge di scomporre il problema, la situazione da analizzare in più parti. Quest’ultime saranno utili per ristrutturare la situazione originaria. Le parti ottenute dal frazionamento non devono essere complete, logiche, naturali perché non si vuole valutarne la legittimità ma solo cosa sono in grado di stimolare e di provocare quando si passa alla ristrutturazione. Il frazionamento consente di non considerare il modello nella sua interezza permettendoci di concentrare l’attenzione sulle parti costituenti, provando ad ottenere una ricomposizione alternativa delle parti che lo compongono.

 

Come frazionare?

Come abbiamo ricordato, lo scopo del frazionamento è quello di suddividere un argomento, un problema, una situazione specifica in più parti. Non importa se vengono pensate alcune parti non logiche e/o irrealizzabili.

«Un uomo è come una frazione il cui numeratore è quello che è, e il cui denominatore quello che pensa di sé. Più grande è il denominatore, minore la frazione.» Lev Tolstoj

Proviamo, ad esempio, a ragionare sul frazionamento del seguente problema: «Come migliorare la capacità di leadership della classe politica italiana?»

Creatività e Pensiero Laterale ci aiutano a trovare delle possibili ripartizioni al problema anzi enunciato:

  • Definizione di leadership
  • Le possibili soluzioni sono applicabili indistintamente a tutti i leader politici (quelli che lavorano al centro e coloro che si occupano di politica in periferia) o vanno pensati programmi differenziati?
  • Quali corsi dovrebbero frequentare?
  • Serve una scuola di formazione per la politica?
  • Le vecchie scuole di partito sono tuttora valide? Serve qualcosa di diverso?
  • Quali gli insegnamenti indispensabili?
  • Solo attività pratiche? Solo teoriche? Entrambe?
  • É possibile allenarsi alla leadership attraverso giochi e/o videogiochi e/o servendosi delle cosiddette escape room?
  • C’è differenza tra i leader di sesso maschile e quelli di sesso femminile?
  • Come attirare le migliori menti italiane in politica? Come renderla appetibile? Come darle maggiore credibilità?

Vi chiedo di commentare l’articolo inserendo alcune ulteriori partizioni del problema. Io aggiungerò le vostre idee all’interno di questo elenco per integrarlo e renderlo più completo. Pensavo inoltre di riproporne in futuro una possibile ricostruzione alternativa avvalendomi della ‘tecnica del frazionamento‘ appena illustrata.

 

Come applicare in concreto questa tecnica?

 

«Quando si ha un problema complesso da risolvere, al fine di costruire una strategia efficiente oltre che efficace, risulta utile frazionare l’obiettivo finale in una serie successiva di micro-obiettivi.» Giorgio Nardone

Assegniamo, ad esempio, ad un gruppo di lavoro il frazionamento del problema precedente.

Come procedere? Seguiamo le seguenti tre fasi:

Frazionare

  • Assegniamo lo stesso problema ai singoli membri che costituiscono il gruppo di lavoro. Una volta illustrato cosa frazionare e come farlo, ognuno procede con la ripartizione per conto proprio senza confrontarsi con gli altri.
  • Si raccolgono tutti gli elenchi, vengono letti a voce alta in modo che tutti possano sentire quali idee hanno presentato gli altri. Sarà interessante capire se c’è una grande varietà di risultati oppure se le soluzioni saranno piuttosto uniformi tra loro.

Ricomponiamo affidandoci anche alla sorte

Dagli elenchi frazionati si estraggono piccoli gruppi di 2-4 partizioni e vengono assegnati casualmente a ciascun membro del gruppo di lavoro. Così facendo, ciascun membro avrà per le mani un nuovo modo di riconsiderare il problema ricevuto: nel nostro caso «migliorare la capacità di leadership all’interno della classe politica italiana».

«Dalla perdita di identità, che si costruisce solo con la consequenzialità delle proprie azioni e con l’irrevocabilità delle proprie scelte, nasce quel frazionamento psichico dove l’identità vive nel gesto misurato non sulla scala del bene e del male, di cui non si distingue più il confine, ma sulla scala della noia e dell’eccitazione, della ripetizione e della novità.» Umberto Galimberti

Retroagire

Nella retroazione si prende un elenco delle partizioni da una sessione precedente cercando di indovinare quale fosse l’argomento, il problema, il tema da analizzare. Quando si incontrano riferimenti evidenti, questi vanno cancellati e viene inserita la parola ‘spazio’.

Quindi

L’intento è mostrare che:

  • è sempre possibile dividere / frazionare un problema in più unità
  • il problema può essere ricomposto in maniera diversa.

 

Concludendo

Avendo in mente la creatività e il pensiero laterale occorre fare attenzione a non confondere il frazionamento con un’analisi lineare. In quest’ultimo caso si vuole offrire una classificazione esaustiva ed onnicomprensiva della situazione oggetto dell’analisi mentre, con il frazionamento, si utilizzano le divisioni create per dare luogo a differenti ristrutturazioni del problema, mettendole insieme casualmente. Il frazionamento rifugge modelli fissi e univoci e insegue modi diversi di ristrutturazione muovendo da una diversa combinazione di alcune delle sue parti.

 

Come di consueto, ora passeremo a commentare i risultati del problema di pensiero laterale presentato nel precedente articolo appartenente alla categoria ‘problemi per acuire la mente’.

 

 

QUALI CONSIDERAZIONE SULLA PROGETTAZIONE DISCUSSA IN UN PRECEDENTE ARTICOLO?

Nell’articolo del 4 settembre 2021 avevamo presentato un progetto di pensiero laterale. Si trattava di assegnare un esercizio pratico ai vostri collaboratori disegnando su un foglio bianco in formato A/4 la pagina del vostro sito internet preferito.

Con mia somma sorpresa mista a sano dispiacere, ho ricevuto solo 2 disegni: un lettore minorenne e un amico.

Ho cercato di capire come mai l’articolo avesse provocato una così scarsa partecipazione e interazione. Finora i problemi di pensiero laterale sono stati quelli che hanno suscitato maggiore interesse all’interno del blog. Perché solo due di voi hanno preso parte a questo esperimento / progetto?

«Per un architetto la libertà non è un grande regalo. Io ringrazio il cielo quando mi danno indicazioni precise: sono come i quadretti sul grande foglio bianco che è il progetto.» Renzo Piano

Queste le possibili motivazioni trovate con un’analisi sommaria dei fatti:

  • Non sono stato abbastanza chiaro nel definire il problema o il progetto assegnato. Oppure non era così interessante come pensavo (mea culpa)
  • Sui social sovente cerchiamo curiosità, distrazione e quasi mai un’informazione specifica. Anche in questo caso sono colpevole di non aver reso il mio articolo semplice, memorabile, invitante da guardare e divertente da leggere!
  • A molti lettori non interessa il pensiero laterale!
  • I lettori non vogliono cimentarsi in compiti che richiedono un impegno che vada oltre qualche click; hanno come l’impressione di perdere tempo quando dedicano diversi minuti a un progetto del quale non vedono un’utilità o un tornaconto immediato
  • I lettori sono stati colpiti dalla ‘sindrome da foglio bianco’. Quella paura che ci assale prima di cimentarsi in un compito nuovo, inesplorato fino a quel momento. Nel caso specifico il problema era banale ma volutamente non presente tra i problemi le cui soluzioni sono già presenti in rete. Lo scopo era anche quello di spingerci ad utilizzare la propria mente senza ricorrere a ‘memorie esterne’, cui chiedere aiuto e ispirarsi. L’esercizio era un modo per tornare al passato, a prima che Google esistesse!

«​Ogni giorno è un foglio bianco su cui scrivere note di musica, note provenienti dal profondo dell’anima. Un foglio su cui soffiare un sorriso, per donargli vita.» Carlo Prevale

Ho ritenuto opportuno, quindi, non commentare le due progettazioni ricevute perché parte di un campione non rappresentativo! Vedremo se più avanti mi giungeranno altri progetti! In caso contrario abbiamo imparato qualcosa anche da questo esperimento, apparentemente banale ma volutamente molto poco definito.

Avete da suggerirmi qualche altra spiegazione che giustifiche lo scarso coinvolgimento dei lettori in questo esercizio di progettazione?

 

Prima di lasciarci vi consiglio questo video in lingua inglese (con sottotitoli in italiano) del Maestro del pensiero laterale Edward De Bono! Sono sicuro saprà e potrà interessarvilasciatevi ispirare!

 

 

 

Creatività e pensiero laterale ci saranno sicuramente d’aiuto se lo vorremo e se li accoglieremo nella nostra quotidianità!

 

 

 

[1] Edward De Bono, Creatività e pensiero laterale, BUR Rizzoli, Milano, 2014, pagg. 128 – 136.