INNOVAZIONE E CREATIVITÀ: QUALE MODELLO ORGANIZZATIVO E STILE DI LEADERSHIP ADOTTARE?
A grande richiesta, sono qui a presentarvi i contenuti del mio secondo saggio sull’innovazione e la creatività, pubblicazione della mia tesi di dottorato.
Approfitto per ringraziare la casa editrice Il Filo di Arianna che ha creduto, sin da subito, nella mia opera.
«Non dovete temere la vostra forza all’interno della vostra organizzazione. Questo è un peccato che assilla le persone alla guida delle organizzazioni. È naturale che le persone in gamba siano ambiziose. Ma si corrono molto meno rischi ad avere accanto persone che ‘cercano di buttarvi fuori’, piuttosto che essere serviti dalla mediocrità». Joel Drucker[1]
FINALITÀ DEL SAGGIO
Con il presente saggio mi propongo di individuare un modello organizzativo e uno stile di direzione idonei a gestire, con efficacia, i sistemi sociali complessi adattivi.
«I saggi non dicono tutto quello che pensano, ma pensano tutto ciò che dicono.» Raimon Panikka
Dopo un viaggio esplorativo nel mondo della complessità, analizzeremo alcuni dei modelli organizzativi e stili di leadership esistenti. Partendo da tale analisi proporremo l’implementazione del modello individuato all’interno del comparto ‘intelligence nazionale’, il cosiddetto ‘Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica Italiana’.
Preferendo la lente di rimpicciolimento a quella d’ingrandimento e lasciandoci guidare da un approccio olistico e onnicomprensivo, intendo tracciare le fondamenta di un nuovo modello organizzativo, basato sulle auto-organizzazioni e ispirato al pensiero laterale di De Bono.
Tale approccio è volto a individuare una concreta modalità di applicazione di questo modello all’interno d’imprese pubbliche e private.
Il filo conduttore che lega tra loro questi aspetti e che permea l’intero saggio è l’individuazione e la conseguente definizione di una cultura aziendale fondata su visioni, norme, valori, limitazioni e punti di riferimento in grado di orientare il comportamento degli appartenenti all’organizzazione senza imporlo in maniera coercitiva. Un modello basato sia sulla co-appartenenza dei lavoratori all’interno del proprio gruppo di lavoro, sia sullo spirito di collaborazione che deve animare il loro agire quotidiano.
Intendo mostrare che la coesistenza di modelli auto-organizzativi e stili di direzione ‘without how’ è non solo possibile, ma addirittura auspicabile in tutte quelle imprese che intendono innovare e creare qualcosa di dirompente, di innovativo.
Propongo una rilettura in chiave olistica di alcuni modelli e teorie di organizzazione aziendale per giungere alla definizione di una possibile applicazione pratica di tali modelli all’interno del ‘Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica Italiana’. La proposta è stata volutamente orientata al sistema intelligence nazionale proprio perché questa ha, fra i suoi obiettivi istituzionali, anche quello di provare a immaginare il futuro e prevedere l’insorgere di nuovi rischi e minacce per il ‘sistema Paese’.
Il mio intento quindi è non solo individuare un nuovo filone d’indagine, ma anche tracciare i primi saliscendi, le prime curve e i rettilinei di questo sentiero da cui si auspica saranno avviati e condotti successivi approfondimenti. Le eventuali proposte di rettifiche all’itinerario inizialmente tracciato si renderanno necessarie via via che il modello delineato troverà concreta applicazione all’interno di sistemi sociali complessi adattivi, siano essi organizzazioni pubbliche o private.
METODOLOGIA DELLA RICERCA
Essendo l’organizzazione aziendale e la leadership temi propri delle scienze sistemiche, la loro storia è importante per la definizione degli assetti futuri, ma consente una scarsa precisione previsionale..
«Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.» Socrate
«Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.» Socrate
Di conseguenza le scienze socio-economiche sono sempre valutative e richiedono un approccio mixed-methods per essere indagate nella loro interezza. Il presente progetto è quindi una ricerca dagli sviluppi pratici, in cui sono stati utilizzati sia metodi qualitativi, sia quantitativi.
INQUADRAMENTO TEORICO
«La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c’è niente che funzioni … e nessuno sa il perché!» Albert Einstein
La ricerca, come già anticipato, si pone l’obiettivo di rileggere in chiave olistica le seguenti teorie sintetizzandone e raccogliendone i risultati all’interno del modello auto-organizzativo proposto:
- teoria della complessità;
- approccio sistemico vitale al governo delle imprese;
- auto-organizzazioni;
- lavorare in gruppo;
- pensiero laterale versus pensiero verticale;
- stile di leadership ‘with and without how’;
- superamento dei numerosi dilemmi che caratterizzano il governo dell’impresa e la leadership attraverso la cultura dell’inclusione (dell’and e non dell’or).
DOMANDE DI RICERCA
In che modo organizzare un’impresa pubblica e privata al fine di stimolarne la creatività e accrescerne la capacità di innovare?
Come applicare il modello organizzativo delineato all’interno del ‘comparto intelligence’ nazionale?
RISULTATI ATTESI
«Con la costanza e con la perseveranza si arriva tutti ai grandi risultati attesi, che corrispondono non tanto alle vittorie in sé, quanto piuttosto alla progressiva scoperta dei nostri limiti.» Gabriella Doria
I modelli auto-organizzativi stimolano l’efficienza e l’efficacia del lavorare in gruppo. Adottando una leadership che non esplicita il ‘come fare le cose’ ma che si limita a indicare ai propri collaboratori il ‘cosa fare’, abbracciando stili di direzione che si fondano sul pensiero laterale in co-esistenza al pensiero verticale, si avranno organizzazioni in grado di comprendere meglio i sistemi complessi adattivi, di immaginare meglio il futuro offrendo soluzioni creative. Gli attuali modelli organizzativi vanno ripensati poiché faticano a stare al passo con i tempi, non riescono ad adattarsi celermente sia alle aspettative dei lavoratori e del mercato sia alle sfide poste dal ‘Sistema Internazionale’.
IMPLICAZIONI MANAGERIALI
Sia nel pubblico, sia nel privato si è alla ricerca di modelli organizzativi e di stili di leadership che siano da stimolo all’innovazione e alla creatività e che consentano alle imprese di progettare il proprio futuro. Il modello organizzativo individuato traccia un sentiero lungo questa direzione offrendo a manager e imprenditori una concreta possibilità di attuazione all’interno delle loro realtà. L’adottare un modello auto-organizzativo, il pensiero laterale a complemento di quello verticale e uno stile di leadership ‘without how’ offre una forte spinta ‘all’innovazione continua’ e pone le precondizioni per assicurarsi il fatidico vantaggio competitivo che, come noto, tende a erodersi nel tempo nonostante i tentativi operati dalle aziende nel porre barriere all’imitazione e nel ricercare risorse distintive.
ORIGINALITÀ DEL LAVORO
«È meglio fallire nell’originalità che avere successo nell’imitazione.» Herman Melville
Non sono a conoscenza di analoghi tentativi operati in tal senso dalla comunità accademica. L’idea di fondere concettualmente le auto-organizzazioni, gli stili di leadership ‘without how’’ e il pensiero laterale rappresenta pertanto un inesplorato viaggio alla ricerca dell’innovazione e della creatività, sia nelle imprese private sia in quelle pubbliche. Il tutto guidato con un approccio olistico.
PROSPETTIVE DI RICERCA FUTURE
Questa tesi si propone di tracciare un nuovo sentiero delineandone solo il primo tratto. Dovremo necessariamente continuare a esplorarlo per testarne l’applicabilità ai più disparati ambienti organizzativi e per verificarne la bontà dei risultati attesi all’interno d’imprese pubbliche e private.
PAROLE CHIAVE DEL SAGGIO
Sistemi sociali complessi adattivi, teoria della complessità, approccio olistico, auto-organizzazioni, pensiero laterale, creatività, nuove idee, arte del pensare, innovazione, stili di direzione ‘with and without how’, gruppi di lavoro, potere della diversità, post Covid 19.
[1] Cristiano Bettini, Processi decisionali in ambiente complesso. Sviluppare capacità adattive, Laurus Robuffo, 2001, pag. 137.
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