NAPOLEONE BONAPARTE: LEZIONI DI LEADERSHIP
Oggi parleremo dell’opera di Jerry Manas. Ci offre lezioni di leadership ispirate a Napoleone Bonaparte. L’autore, esperto internazionale di gestione delle imprese si è occupato anche della costruzione di squadre vincenti (team building) e di formazione. In questo manuale vengono evidenziate le eccezionali doti organizzative e gestionali messe in campo da Napoleone Bonaparte in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata, oltre che in campo militare.
In questo articolo evidenzieremo gli aspetti e le caratteristiche che mi hanno particolarmente colpito. Ogni leader alla ricerca di azioni efficaci dovrebbe padroneggiarli. Nel farlo cercheremo di usare le parole del protagonista attingendo ai suoi aforismi e all’enorme letteratura oggi disponibile sulla sua vita.
LE COMPETENZE PER AVERE SUCCESSO
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ANDATE TRA I VOSTRI COLLABORATORI
Questa tendenza non va assolutamente confusa con la micro-gestione. Una cosa è il voler essere presente in prima linea, un’altra è voler gestire personalmente ogni aspetto della gestione operativa della propria organizzazione. Quando ci si mescola alla propria squadra, fondendo per un po’ i livelli strategici / operativi / tattici, è possibile raggiungere i seguenti obiettivi principali[1]:
- Costruire delle relazioni per generare fiducia all’interno della squadra
- Comprendere eventuali ostacoli che la squadra sta incontrando in modo da aiutarla a rimuoverli
- Entrare in sintonia con la squadra e avere contezza del morale che la anima
Napoleone aveva intuito la forza dell’esempio (per chi volesse saperne di più su questa qualità può leggere il capitolo del mio manuale sulla leadership intitolato proprio ‘dai l’esempio‘). Infatti, uno degli aspetti che lo rendeva così popolare fra le truppe era farsi vedere sempre in mezzo a loro. Era solito andare sulla linea del fronte, mescolarsi ai soldati per ispirarli, per rendersi conto di ciò che provavano e che passava loro per la testa. Questo aspetto ha a che fare con la capacità di costruire relazioni, scoprendo dettagli delle vite dei propri uomini.
Tuttavia, occorre stare attenti e tenere bene a mente che esiste un’enorme differenza tra l’essere presenti sul campo e il voler gestire in prima persona ogni dettaglio tattico. Un conto è mescolarsi ai soldati per suscitare in loro lo spirito di emulazione e sondarne di persona il morale, un altro è voler mettere bocca sulle attività altrui, con il rischio concreto di degenerare in una pericolosa micro gestione, il cosiddetto micro-management, trascurando i propri compiti, ben più gravosi.
«La natura ha creato tutti gli uomini uguali. È sempre stata mia abitudine mescolarmi ai soldati e alle persone del popolo, parlare con loro, ascoltare le loro piccole storie e discorrere amabilmente con loro. Penso che questo mi sia stato di grandissimo aiuto.» Napoleone Bonaparte
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RIMANETE FREDDI E PADRONI DI VOI STESSI[2]
«La prima qualità che deve avere un comandante è una mente fredda ovvero una mente in grado di ricevere impressioni fondate e dare, a cose e oggetti, il giusto peso. Non può permettersi di farsi inebriare dalle buone notizie e nemmeno abbattere da quelle cattive. Le impressioni che riceve … dovrebbero essere classificate in modo da occupare nella sua mente il posto che meritano; e questo perché il potere del ragionamento e del giusto giudizio dipende unicamente dal confronto appropriato e dalla giusta valutazione dell’importanza che va attribuita alle diverse impressioni … riuscirei ad ascoltare la notizia della morte di mia moglie, o anche di mio figlio o dell’intera mia famiglia, senza tradire la minima reazione. Non sarebbe visibile il minimo segno di emozione o di alterazione nell’espressione del mio volto. L’impressione sarebbe di indifferenza e calma assoluta. Una volta solo nella mia stanza, allora sì che soffrirei e che i sentimenti dell’uomo eromperebbero con tutta la loro forza.» Napoleone Bonaparte
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SVILUPPARE UNA BUONA MEMORIA[3]
Un’ottima memoria è fondamentale per instaurare la giusta empatia con le persone nonché ricordare tutti i dettagli necessari a far funzionare ovvero fallire un progetto. Non passava giorno che Napoleone non leggesse tutti i rapporti dettagliati che giungevano dal campo per memorizzarne gli aspetti salienti.
«Una cosa abbastanza singolare che mi contraddistingue è la mia memoria. Da ragazzo, conoscevo i logaritmi di trenta o quaranta numeri; in Francia, non solo sapevo i nomi di tutti gli ufficiali dei miei reggimenti, ma anche dove era stato reclutato ogni singolo corpo e dove si era distinto. Conoscevo persino il loro spirito.» Napoleone Bonaparte
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PRESTATE ATTENZIONE ALLA POPOLARITÀ[4]
Napoleone ci mette in guardia del rischio che si corre quando si va contro l’opinione pubblica. Seguire il proprio istinto tenendo a mente che raramente i leader hanno avuto successo quando hanno deluso l’opinione pubblica, scontrandosi con essa. Nel caso in cui siate fortemente convinti della bontà delle vostre idee, dovete convincere l’opinione pubblica di ciò che state facendo, che voi siete nella ragione e lei nel torto. Il leader:
- ascolta l’opinione pubblica,
- mantiene con lei buoni rapporti,
- comprende quando un cambiamento è necessario,
- si accerta che sia assolutamente necessario,
- convince tutti i portatori d’interesse che quel cambiamento è inevitabile.
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VISION CONVINCENTE[5]
Prima di elaborare la propria visione, definite il problema o il bisogno cui si intende rispondere. Trovate cinque buoni perché sino a quando non giungerete alla radice del problema. La visione deve essere SMART ovvero Specifica, Misurabile, Allineata, Realistica, definita in termini di Tempistica.
«Venuto dagli strati più bassi della società sono diventato un imperatore, perché avevo le circostanze, e il consenso, a mio favore» Napoleone Bonaparte
I 6 PRINCIPI VINCENTI DI NAPOLEONE
«È vero che Jomini sostiene la necessità di fissare principi stabili. Il genio nasce dall’ispirazione. Quello che va bene in determinate circostanze potrebbe non andar bene in altre; i principi vanno considerati come un asse, lungo cui alcune relazioni si sviluppano seguendo una curva. Sarebbe meglio riconoscere che in questa o quella occasione è capitato che ci si sia allontanati dai principi immutabili della guerra.» Napoleone Bonaparte
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ESATTEZZA[6]
L’esattezza la si raggiunge grazie alle ricerche approfondite, allo studio continuo, alla puntuale identificazione dei rischi e alla pianificazione continua (rolling wave).
Riguardo la pianificazione continua:
Articolate ogni progetto in fasi. La prima sarà delineata con maggior dettaglio rispetto alle altre. A metà di ogni singola fase, pensate a rifinire quella successiva (da qui l’idea di “onda che rotola”, proprio perché l’onda successiva si forma prima che quella precedente si dissolva nel mare). Questo metodo ricorda il modo in cui Napoleone progettò e condusse la campagna di Ulm, quando ancora i dettagli della campagna di Austerlitz non erano stati sistemati.
È un tipo di approccio che consente di pianificare le attività nel dettaglio quando si è abbastanza vicini al momento in cui verranno realizzate e quindi si hanno maggiori elementi a disposizione. È difficile valutare fin da subito le fasi finali di un progetto, dal momento che non è possibile prevedere con largo anticipo le circostanze che si verificheranno, ed è proprio per queste ragioni che Erwin Rommel era solito affermare: «Non è possibile elaborare un piano di battaglia che continui a essere valido dopo il primo giorno».[7]
«Se sembro sempre preparato è perché prima di intraprendere qualunque cosa, ho meditato a lungo e previsto quello che potrebbe accadere. Non è un’illuminazione che mi svela all’improvviso e in segreto quello che devo fare in circostanze che gli altri non si aspettano, sono il ragionamento e la riflessione.» Napoleone Bonaparte
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RAPIDITÀ[8]
Per essere rapidi occorre ridurre le resistenze di tutti i vostri collaboratori e portatori d’interesse. Rimuovete gli ostacoli e le barriere al vostro progetto. Accrescete il livello d’urgenza e pretendete stime realistiche. Concentrate le vostre risorse, usate tutte quelle che avete a disposizione e focalizzatevi solo sui progetti più importanti e, soprattutto, inseguite un obiettivo primario per volta. Obiettivi importanti, affrontati contemporaneamente, disperdono forze, risorse ed energie.
«In guerra, la perdita di tempo è irrimediabile. Le motivazioni che si forniscono quando un’operazione non va a buon fine sono sempre insufficienti, perché l’unico motivo vero sono i ritardi. Il trucco consiste nel guadagnare tempo quando si è inferiori nelle forze.» Napoleone Bonaparte
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FLESSIBILITÀ[9]
Le vostre squadre devono essere adattabili e pronte ad affrontare una pluralità di situazioni. Concedete la giusta autonomia nelle vostre squadre, trasmettete direttive ampie evitando disposizioni troppo dettagliate.
«I piani di una campagna si possono modificare all’infinito sulla base delle circostanze, del genio del generale, del carattere delle truppe e delle caratteristiche del paese.» Napoleone Bonaparte
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SEMPLICITÀ[10]
Napoleone ha spesso citato la semplicità come elemento chiave del successo. Quando gestiva progetti e persone, preferiva porre obiettivi chiari piuttosto che cercare di rendere le cose troppo complicate. Ricercava e indicava chiaramente a tutti i suoi collaboratori di applicare processi semplici nella pianificazione e nell’attuazione del piano. Questo serviva a ridurre la confusione e le incomprensioni e a rendere eseguibili piani necessariamente complessi.
La semplicità elimina la confusione, favorisce l’avanzamento del progetto e accresce il morale. Identificate obiettivi chiari confrontandovi con chi ci è riuscito in circostanze simili in passato, utilizzate messaggi semplici, focalizzati su una cosa per volta e finalizzati a semplificare la vita e i processi produttivi.
Per chi volesse approfondire questo principio può leggere il capitolo del mio manuale sulla leadership intitolato proprio ‘semplifica’.
«L’arte della guerra non richiede mosse complicate; le più semplici sono le migliori e quello che conta è il buon senso. Uno si potrebbe allora chiedere perché i generali commettano tanti errori: è perché si sforzano di essere ingegnosi.» Napoleone Bonaparte
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CARATTERE[11]
Ricercate sempre l’allineamento tra le vostre azioni e le vostre parole evitando di dire una cosa e farne un’altra. Mantenete le promesse: quando prendete un impegno portatelo fino in fondo, costi quel che costi! La calma è la virtù dei forti: non fatevi prendere dal panico in caso di cattive notizie e non reagite in maniera eccessiva quando ricevete buone notizie. Siate coerenti nell’assumervi sempre la responsabilità delle vostre parole, azioni.
«Un capo militare deve possedere tanto carattere quanta intelligenza. Le persone provviste di grande intelligenza ma di poco carattere sono le meno adatte … è preferibile avere molto carattere e poca intelligenza.» Napoleone Bonaparte
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FORZA MORALE[12]
Napoleone, nell’affermare che il «morale vale tre volte il fisico» sottolineava che il miglior piano al mondo a poco serve se i leader non sono sostenuti dalle loro squadre. Il morale lo si ottiene comunicando ai propri collaboratori che il loro lavoro è importante e utile, facciamoli sentire importanti. Create uno scopo condiviso, migliorate l’immagine, favorite il senso di appartenenza creando un marchio, uno slogan, un’immagine per identificare l’impresa che vi accingete a compiere.
«In guerra, tutto dipende dal morale; morale e opinione pubblica costituiscono il migliore aspetto della realtà.» Napoleone Bonaparte
Che ve ne pare?
Siete soliti applicare uno di questi principi nella vita e nel lavoro?
Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista!
[1] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 10 – 11.
[2] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 8 – 9.
[3] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 4 – 7.
[4] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 14 – 17.
[5] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 21 – 41.
[6] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 94 – 121.
[7] Leo Ferrante, Leader si diventa. 11 metodi per guidare gli altri nel lavoro e nella vita, Kindle Direct Publishing, Roma, 2018, pagg. 172-173.
[8] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 122 – 136.
[9] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 137 – 151.
[10] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 152 – 161.
[11] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 162 – 174.
[12] Jerry Manas, Napoleone e il management. Lezioni di pianificazione, esecuzione e leadership, ETAS, Milano, 2007, pagg. 175 – 188.
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