VI STRATAGEMMA: Clamore a Oriente, attacco a Occidente[1].
«Sei volte sei fa trentasei.
Gli stratagemmi risiedono nei numeri.
I numeri risiedono negli stratagemmi.
Gli oppositori (YIN e YANG) si armonizzano nel principio delle cose.
In questa armonia risiede il mutamento delle situazioni.
Il mutamento delle situazioni non si può fissare.
Fissandolo in una regola si mancherebbe il bersaglio». DAODEJING, XXII[2]
L’opera letteraria intitolata “I 36 stratagemmi. L’arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana” racchiude la saggezza cinese applicata all’arte della vittoria. È rimasta sconosciuta fino ad una quarantina d’anni fa. Le sue origini e la data di scrittura sono tutt’ora ignoti. Non si menzionano né autori tantomeno i compilatori. È verosimile ipotizzare che si tratti di metafore, espressioni idiomatiche e brevi racconti tramandati di padre in figlio. Molto probabilmente sono stati elaborati e rivisitati nel tempo arricchendosi incessantemente dal susseguirsi di guerre, storie, conquiste, colpi di stato, abusi di potere, intrighi di corte. Una versione stampata, risalente al 1600, pare essere stata scoperta casualmente in un mercatino di libri usati nel 1941. Tre anni dopo la morte (9 settembre 1976) di Mao Zedong, che ne aveva proibito la pubblicazione, fu resa pubblica.
Questo concentrato di cinque millenni di strategia bellica è estremamente efficace e di facile applicazione non solo in ambito militare ma anche nei campi più disparati della vita. Dalle relazioni umane alla comunicazione, al marketing, alla gestione delle imprese, alla diplomazia, all’educazione, alla leadership.
«Conosci gli altri e te stesso: cento battaglie, senza pericoli.
Non conosci gli altri, ma conosci te stesso: a volte vittoria, a volte sconfitta.
Non conosci gli altri né te stesso: ogni battaglia è una sconfitta certa». SUNZI
I 36 stratagemmi sono una sorta di grimaldello che consentono di raggiungere la vittoria attraverso l’inganno: illustrano come fare qualcosa senza che l’avversario se ne accorga, agire a sua insaputa o creare agitazione nel contendente per provocare determinate reazioni e movimenti. In poche parole consente di padroneggiare il sotterfugio, la dissimulazione, l’inganno, il depistaggio! Non stupisce se oggi in Occidente quest’opera viene usata per educare i leader ad avere successo e sconfiggere i potenziali gli avversari.
Tradizionalmente i 36 stratagemmi sono suddivisi in 6 gruppi che si riferiscono a 6 situazioni concrete[3]:
- stratagemmi delle guerre vittoriose illustrano le strategie da adottare quando si è in superiorità rispetto gli avversari;
- stratagemmi delle guerre incerte utili a fronteggiare l’offensiva dell’avversario;
- stratagemmi delle guerre offensive utili quando si vuole pianificare un’offensiva a livello psicologico per cogliere l’avversario alla sprovvista;
- stratagemmi delle guerre con più forze in gioco quando si aspira a scombussolare i piani avversari facendo leva sulle sue debolezze;
- stratagemmi delle guerre imperialistiche per ingannare l’avversario sulle forze in campo e le posizioni occupate per sottrargli ciò che possiede;
- stratagemmi delle guerre disperate si focalizzano su come comportarsi nelle situazioni d’emergenza in cui la forza dell’avversario è soverchiante.
Non è sufficiente una semplice lettura. Occorre immergersi profondamente negli stratagemmi ed addestrarsi quotidianamente a questi modelli comportamentali cercando di capire il contesto al quale applicare uno o l’altro stratagemma.
Il VI Stratagemma che descriveremo oggi appartiene al gruppo delle battaglie vincenti ed è intitolato[4]:
Clamore a Oriente, attacco a Occidente.
«Quando è stata seminata la confusione nello spirito dell’avversario, egli cessa di valutare e [diventa] come l’immagine dell’esagramma [45 del Libro dei mutamenti]: Il lago sopra la terra. Attaccare di sorpresa.»
SPIEGAZIONE
«Attaccare quando l’avversario è impreparato e apparire nel punto in cui egli non vi aspetta». SUNZI
Immagino che per molti lettori non ci sia nulla di nuovo nel dire che bisogna far ricorso di piani d’inganno per sconfiggere l’avversario. Questo stratagemma suggerisce, in gran segreto, il contrario di ciò che viene dichiarato apertamente con clamore. Spesso lo si fa lasciando trapelare delle informazioni fuorvianti dalle reali intenzioni contenute nei piani d’azione. Se questo piano viene ben ideato genera disorientamento nell’avversario scompaginando gli schemi che aveva messo a punto. Da un lato occorre conoscere profondamente l’avversario cercando, nel tempo stesso, di non farci conoscere.
«La verità è così preziosa che bisogna proteggerla sempre con una cortina di bugie.» Winston Churchill
Il principio di camuffare sapientemente le proprie intenzioni è applicabile con successo non solo nell’ambito militare ma in tutti i campi della vita. L’illusionista attira lo sguardo dello spettatore in una direzione per compiere, il proprio trucco, magari nella direzione opposta alla quale non si sta prestando attenzione. Può essere sapientemente utilizzato nello sport, nella politica, nella competizione tra imprese e organizzazioni, e in tutti quei campi in cui volontà contrapposte giungono ad uno scontro.
Vi è capitato qualche volta di applicare questo stratagemma nella vita? Vi va di condividere con tutti i lettori in che circostanza e quando lo avete fatto? Costituirebbe un grande valore aggiunto per tutti noi.
[1] Gianluca Magi (a cura di), I 36 stratagemmi. L’arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana, Edizioni il punto d’incontro, Vicenza, 2003, pagg. 61 – 66.
[2] Gianluca Magi (a cura di), I 36 stratagemmi. L’arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana, Edizioni il punto d’incontro, Vicenza, 2003, pag. 24.
[3] Leonardo Vittorio Arena (c cura di), L’arte della guerra e della strategia, RCS Libri S.p.A., Milano, 2008, pagg. 265 – 333.
[4] Gianluca Magi (a cura di), I 36 stratagemmi. L’arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana, Edizioni il punto d’incontro, Vicenza, 2003, pag. 61.
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