Un sogno che si avvera, è finalmente in rete il mio blog sulla buona leadership. Il tema mi appassiona da sempre. È attuale e rilevante: basti pensare infatti che la maggior parte dei lavoratori ha un capo, è un capo, o entrambe le cose. In questi anni è maturata in me la convinzione che in tutte le organizzazioni, private e pubbliche, dalle grandi a quelle di piccole dimensioni, debba esserci della buona leadership. All’interno delle organizzazioni il pendolo della bilancia è il leader, il catalizzatore di quel gruppo, di quell’unità: il capo assume un ruolo determinante nel conseguimento o meno di un risultato.
All’inizio della mia carriera ho avuto la conferma che un capo può davvero fare la differenza, soprattutto quando esercita un’influenza personale sui propri collaboratori. Questo è il motivo per cui lo stesso team (ad esempio una squadra di calcio) può ottenere risultati completamente opposti quando guidati da ottimi leader ovvero da incapaci (in questo caso due differenti allenatori).
Il mio contributo va in questa direzione, intendo condividere le esperienze sin qui maturate. Contestualmente mi aspetto commenti e contributi da parte di chi fosse interessato ai temi trattati e partecipazione da quelli che si cimentano nel guidare gli altri nel lavoro e nella vita.
All’interno del logo pubblicato nella prima pagina è sintetizzato il mio approccio alla conoscenza. Una goccia di sapere fuoriesce dall’oceano della conoscenza. La contaminazione delle idee è reciproca: non solo vengo influenzato dall’oceano della conoscenza ma questo, a sua volta, risente delle mie riflessioni, nella consapevolezza che nessuno è mai abbastanza ininfluente.
Allenare la propria capacità di leadership
Intendo pubblicare articoli sulla leadership, argomento a me più caro, nonché disquisire su tutti quei temi che sono ad essa strettamente interrelati. Mi riferisco alla complessità, al pensiero laterale, alla creatività e alle auto-organizzazioni. Con questi articoli intendo stimolare la partecipazione dei lettori perché sono convinto che non ci siano persone più intelligenti di quelle che decidono di ragionare insieme. L’intelligenza e il sapere condiviso vanno coltivati e inseguiti con costanza e determinazione. Questo sarà il mio modo di procedere.
Nella mia vita professionale e non, ho sperimentato che la leadership può essere migliorata con l’esercizio, indipendentemente dalle doti personali possedute. Sono certo che le proprie capacità di leadership possano essere accresciute con la pratica, allenandosi. Di qui l’idea di denominare il blog: “Esercitiamoci alla leadership”, proprio a significare che questo forum di discussione intende allenare e ispirare i leader avvicinandoli all’arte del comando.
Yamamoto Tsunetomo è autore di Hagakure, una delle opere più famose e controverse della letteratura giapponese, con la quale tramanda l’antica saggezza dei samurai sotto forma di brevi aforismi. Uno di questi si occupa proprio dell’allenamento delle qualità individuali. Recita testualmente:
“Le capacità individuali non cambiano molto, ma con la pratica dell’addestramento si può raggiungere un livello difficile da classificare. […] Una poesia dice di non arrestarsi dove si ferma il tuo cuore. Così facendo rimarremmo ancorati a una patria vecchia. Invece, spostandoci di luogo in luogo, cambiamo casa e non ci fermiamo mai e, salendo un gradino dopo l’altro, riusciamo a raggiungere un livello più elevato. Finché l’uomo non sale in alto è difficile capire le infinite capacità insite in lui. (XI, 145)[1].”
Ecco la mia missione!
Donare valore ai miei lettori restituendo ciò che ho imparato e contaminare la scrittura con della buona leadership favorendo la comprensione della complessità, l’applicazione del pensiero laterale e la conoscenza dei fenomeni auto-organizzativi.
Quali valori mi accompagneranno in questa avventura?
Mi piace immaginare che il mio nome e cognome racchiudano i valori che da sempre mi identificano. La famiglia il mio faro. Cortesia, lealtà e generosità come imprescindibili compagni di avventura. Correttezza e ambizione, nel lavoro e nella vita. La meritocrazia sempre ricercata e, in ogni circostanza, pretesa. Da sempre paziente e curioso, quando mi cimento nel fare qualcosa sono determinato e animato da una spiccata creatività.
A chi mi rivolgo?
A tutti quelli che vogliono saperne di più sulla leadership. A coloro che, avendo l’onore di essere a capo di un team , vogliono diventare dei leader migliori e più efficaci. A quanti amano condividere le proprie idee e confrontarsi con punti di vista alternativi.
In poche parole, a COLORO che VOGLIONO ALLENARSI ALLA LEADERSHIP INSIEME A ME!
[1] Yamamoto Tsunetomo, Hagakure. Il libro segreto del samurai, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2001, pag. 187.
Ciao Leo, come da tuo consiglio sono andato a curiosare nel tuo blog.
L’ho trovato originale e interessante come contenuti, come parte grafica,colori tenui, dove spieghi esaustivamente il significato dei tuoi interessi.
Penso che la tua esperienza di studi e nelle varie zone operative in Italia e all’estero, a gestire personale e a prendere decisioni immediate e non facili, ti abbiamo portato ad ottenere questo.
La lealta’, la serieta’, la dedizione al servizio e alla Patria, il sapersi fare rispettare dai propri uomini sono valori alti e fondamentali.
Entrando in alcune tematiche ancora oggi dirigenti aziendali dovrebbero avere piu’ relazioni con i propri dipendenti.
Mi e’ piaciuta la tua biografia molto ben curata.
Sono l’ultima persona che possa farti una recensione, sono gia’ fuori dal mondo del lavoro, ma se avessi avuto ai miei tempi il tuo libro ” Leader si diventa ” mi sarebbe stato utile per farlo leggere alla classe dirigente.
Ti auguro un buon lavoro e tanti auguri per tutto.
Grazie Riccardo per aver commentato e per le belle parole spese!
Spero di vederti ancora sul blog!
Un caro saluto,
Leo
Buonasera Leo,
Mi associo a tutti i commenti positivi sul portale. Ammiro la passione e la voglia di condivisione delle tue conoscenze e competenze.
Mi ripeterò nei concetti ma riassumo brevemente ciò che è un po’ il significato della leadership. La leadership è un attributo cruciale in molti contesti, dal mondo degli affari al settore sociale. Un buon leader dovrebbe essere in grado di ispirare, guidare e motivare gli altri verso un obiettivo comune. Una leadership efficace richiede competenze come la comunicazione, l’empatia, la capacità di prendere decisioni e adattarsi alle situazioni. Tuttavia, la leadership può essere controversa se usata in modo autoritario o manipolativo. In definitiva, una buona leadership crea un ambiente in cui le persone si sentono supportate e guidate verso il successo.
Un caro saluto
Grazie Paolo per il tempo che hai dedicato al blog.
Il tuo commento è un valore aggiunto per tutti i lettori.
Torna a trovarci sul blog!
Un caro saluto,
Leo
Senza troppi giri di parole …
si deve badare al sodo attraverso l’istinto e il ragionamento.
è difficile che il cuore segua la mente e viceversa …
allenarsi alla leadership vuol dire arrivare a degli obiettivi difficili da raggiungere.
vuol dire assumersi , coscientemente , le proprie responsabilità.
vuol dire avere poco margine di errore.
letture ed esercizi che migliorano , e non di poco , le capacità di coloro i quali amano mettersi in gioco a prescindere dal ruolo o da un ambito preciso.
Grazie Giacomo per aver commentato.
Le tue constatazioni aggiungono valore a tutti i lettori.
Torna presto a trovarci,
Leo
Buongiorno Leo,
innanzitutto congratulazione per la coerenza dei contenuti del tuo sito e blog. Un lavoro che esprime chiaramente quale sia la tua linea d’azione ed è frutto di un intenso lavoro. Approfitto quindi di questo spazio per condividere una riflessione.
La professione che condividiamo ci porta ad assumere responsabilità molto presto, e se lo studio è lo strumento per costruire la professionalità, l’esperienza e gli errori sono la linfa vitale per evolvere. Durante gli ultimi anni, con l’aumentare della complessità delle sfide da affrontare e degli strumenti necessari a mitigarne i rischi connessi, ho sentito la necessità di approfondire e applicare il concetto di leader-leader. La relazione, ancorché formalmente sostanziata da una struttura gerarchica nel nostro ambiente, tra responsabile e dipendenti/collaboratori ritengo non possa essere alimentata solo dalla capacità del singolo di indicare la direzione. Ogni individuo fa parte dell’organizzazione deve avere parte del processo decisionale, dalla fase di pianificazione a quella dei condotta. Ora, se possiamo riconoscere in questa dinamica la filosofia del Mission Command, altrettanto vero che emergono tutte le rigidità culturali delle organizzazioni verticistiche ad ostacolare uno sviluppo del modello leader-leader. Al fine di mitigare inizialmente questa rigidità culturale per poi avviare e sostenere un processo di cambiamento culturale,
ritengo quindi opportuno che l’allenamento alla leadership debba essere rivolto a tutti i livelli organizzativi.
Marco buon pomeriggio,
grazie per aver voluto condividere con tutti noi la tua idea di allenamento alla leadership.
Ci troviamo d’accordo su molti punti che hai argomentato.
Come è possibile ricavare dalla visione indicata all’interno del mio blog, mi piace associare l’idea di LEADERSHIP ad una freccia che accoglie al proprio interno tutte le risorse organizzative, nella loro diversità.
Questa freccia è orientata verso il sole, proprio a indicare la direzione che il gruppo dovrà seguire e l’obiettivo da raggiungere.
Il LEADER è solo uno degli elementi che compone questa freccia.
È quello che orienta, che valorizza le diversità, che influenza le dinamiche del gruppo, che ispira le risorse assegnate con azioni e comportamenti finalizzati all’assolvimento della missione.
Ma è anche colui che si lascia permeare dalle idee e dai modi di fare dei propri collaboratori e dell’organizzazione stessa, nella sua interezza.
È un influenzarsi reciprocamente nel co-creare una realtà alla quale in tanti vorrebbero appartenere!
Grazie per aver contaminato questo articolo con la tua esperienza.
Alla prossima,
Leo
Buona sera, avevo detto che avrei lasciato il mio commento ed eccomi qua: premetto che ognuno di noi ha idee/modi/vissuti/ ma soprattutto lavori differenti dal poter dare un proprio parere/idea su leader e leadership.
Io sono militare quindi esprimo il mio parere in ambito operational military, la parola Leadership, è un termine tanto abusato da formatori teorici che sono stati leader al massimo alle superiori come sostituto del rappresentante di classe, o hanno fatto il vice chierichetto in chiesa prima della cresima.
La leadership è un concetto molto più complesso di quello che normalmente passa dai formatori della scienza delle merendine.
Per comprendere cosa sia la leadership e diventare un leader devi aver fallito brutalmente almeno una volta nella vita.
Non puoi comprendere le cose, se ti sono sempre andate solo bene. Non è eccellenza e non è un caso. L’eccellenza è essere capace di non farle andare male ed essere capace di gestire e trasformare i processi, tutelare le posizioni e i risultati, quando le cose vanno male e non solo se vanno bene.
Così, sono capaci tutti, ma è frutto del caso, non di capacità, e non possiamo fare della materia e del concetto di leadership, così come nell’amore, nella felicità, nella vita stessa e per il successo, una questione di “fortuna”.
O sei capace e sai come si fa e lo sai fare bene quando ci sono soprattutto le difficoltà, se no fallirai.Significa saper gestire il negativo e trasformarlo in positivo sono le regole del gioco.
Per aver una buona leadership, il leader deve essere il primo in prima linea e fare i lavori sporchi solo così acquisisce stima e rispetto, deve essere lui a proteggere per essere protetto,deve capire per essere capito ma infine a tutto deve ascoltare e saper ascoltare.
Sono esperienze che ti forgiano, ti rendono piu saldo, ti aprono la mente e impari ciò che non puoi apprendere sui libri perché dopo 25 anni di servizio, ancora mi metto in gioco tenendo sempre conto di tutto ciò che non potrebbe farmi fallire, si fallire perché per me è come una missione cercare di non fallire.
La leadership, per quanto ho compreso e appreso io, è una competenza sottile ma anche una condizione. E’ qualcosa che devi intanto provare e sviluppare su te stesso, ma che devi anche costruire nel contesto del tuo riferimento/ambito/lavoro, cioè sei leader quando ci sono delle persone che gestisci e queste ti riconoscono la leadership, altrimenti non sei un leader. Al massimo vuoi farlo ma non lo sei. Per essere un leader devi avere autorevolezza e autorità. E’ quel senso di autorità percepita che nasce dall’autorevolezza, e l’autorevolezza non può nascere dall’autorità esercitata grazie al ruolo e alla posizione ricoperta. Capita spesso di vedere come un leader una persona che non ricopre il ruolo di comando e potrebbe avere piu potere di influenza una persona che ricopre un ruolo inferiore rispetto al capo supremo, colui che dovrebbe essere il leader e avere la leadership.
Tutto quello che devi fare è conquistare due cose e due condizioni: devi sviluppare “capacità di leadership” attraverso competenze comunicative, comportamentali, relazionali e di pensiero, ovvero diventare un leader, devi essere quel tipo di persona a prescindere e non all’occorrenza, perché altrimenti si vede, si nota, e non sei credibile e produce l’effetto contrario. Non a caso, l’affidabilità, è una delle condizioni essenziali che un leader deve trasmettere nel suo atteggiamento devi esercitare queste capacità sugli altri, sulle persone che guidi, che gestisci e ottenere il risultato desiderato, queste persone decidono di riconoscerti il ruolo, si fidano, decidono di seguirti. Riconoscono la tua superiorità e la capacità di guidarle.
Grazie Mauro,
per il lungo e articolato commento dal quale emergono tanta passione e tutto il suo vissuto.
Su alcuni aspetti sono dello stesso avviso, su altri invece la vedo diversamente.
Ad ogni modo grazie per quanto ha voluto condividere a beneficio sicuramente di tanti lettori.
La aspetto nuovamente sul blog.
A presto,
Leo
Caro Leo, mi hai chesto una opinione?! Eccola. Ma la mia è solo una imprecisa opinione maturata con l’esperienza e imparando leggendo di chi vorrebbe guidare…verso il Bene!
Un buon leader deve mostrare coraggio, passione, sicurezza, impegno e ambizione. Oltre a dare istruzioni e ad essere guida. Studia i punti di forza e le capacità dei suoi collaboratori costruendo una squadra di persone che s’impegnano per il raggiungimento di identici fini.
Un leader deve avere ben chiaro cosa vuole, la strada per raggiungere lo scopo e che cosa significa avere successo.
Un leader sa che per ottenere credibilità di comando e il rispetto degli altri deve dare il buon esempio. Simile comportamento deve essere d’ispirazione per le opere degli altri . Far seguire i fatti alle idee aiuta molto a crearsi fi-ducia .
Un leader ha un carattere sicuro, mantiene le promesse e comunica in mo-do trasparente, onesto e diretto . Con l’integrità personale attraverso le azioni quotidiane ottiene lealtà, fiducia e rispetto dai propri collaboratori.
Comunicare in modo semplice e chiaro non significa solo ascoltare gli altri attentamente ma rispondere in modo appropriato. Vuol dire anche condivi-dere informazioni di valore, fare domande intelligenti, fornire stimoli e nuove idee, chiarire malintesi e formulare richieste trasparenti.
Quando si trova davanti a una decisione difficile, il leader stabilisce prima di tutto cosa vuole ricevere, considera le conseguenze di ogni decisione e ogni possibile altra alternativa. Prende la sua decisione finale con convin-zione, se ne assume la responsabilità e la conclude, mai lasciare a metà!
Riconoscere frequentemente i risultati ottenuti è una dellequalità di mag-giore forza che un leader deve possedere. I collaboratori hanno bisogno di conoscere che il loro lavoro sarà valorizzato e condiviso. Incoraggiare senza farsi condurre dalla tenerezza!
I leader guidano la squadra con passione, vivacità, ispirazione e motiva-zione. Dedicano del tempo nelle persone per formarle.
Mai un leader tradisce i suoi collaboratori! Se non raggiunge un fine deve informare la squadra per modificare la tattica.
La base è il rispetto mai la saccenza anche rischiando di persona perché rap-portarsi , discutere e guidando si portano i collaboratori al fine preposto!
Il blog è molto professionale. Forse un po’ ostico , per addetti ai lavori ma la tecnicità delle parole è saper trasmettere fiducia. Imporre “sapienza” si ri-schia di essere abbandonati…a volte bisogna portare la squadra ai livelli di parita’ intellettuale pur facendo emergere la figura del leader ( cioe’ un uo-mo che guida e molti che seguono ).
Buona fortuna, caro Leo!….il campo è molto minato! Scusami della mia poca professionalità ma sono opinioni che esprimo anche aiutato da una esperienza sul campo e parlando con il prossimo.
Caro Antonio grazie,
quante belle considerazioni e spunti di riflessioni hai regalato a tutti noi!
Le leggero’ con tutta l’attenzione che meritano.
Buona fortuna anche a te!
Ci vediamo sul blog,
Leo
Carissimo, quanto contenuto in questo blog, racchiude la figura di un leader, che riflette non solo sull’azione, ma anche nell’azione, affiancando ad essa una valutazione in itinere, alla base di un pensiero circolare anziché lineare, ad oggi, pressoché obsoleto. In un mondo così complesso e sempre più volatile, si rende dunque necessario adottare un approccio olistico, che contempli la multidimensionalità di quanto ci circonda, andando oltre quella prospettiva top down che ci ingabbia in una visione e analisi sempre più superficiale e autoreferenziale. Mi sento di ringraziarti, perché la lettura del tuo blog è stata per me occasione di profonda riflessione, facendomi comprendere quanto le persone con cui interagiamo siano sempre più risorsa, anziché numero. 😊
Carissimo Marco,
grazie per aver commentato.
Hai toccato alcuni dei temi a me più cari: complessità, approccio olistico o multidisciplinare o omnicomprensivo.
Questo blog vuole essere un luogo aperto alla condivisione e alla discussione su questi ed altre tematiche. Sono convinto, infatti, che ragionando insieme si è più efficaci e concreti di quanto si riesca a fare stando soli.
A rivederci … sul blog!
A presto,
Leo
Sono perfettamente d’accordo soprattutto quando sottolinei il fatto che l’individualismo o le individualità non portano da nessuna parte ed anzi l’allenamento dell’addestramento è l’unica arma verso un qualcosa di indefinito ma sicuramente più elevato.
Se riuscissimo, in maniera distribuita, a comprendere qs concetto potremo sicuramente contare su una ramificazione della conoscenza che nel lungo termine porterà sicuramente all’obiettivo. Le individualità o la coltivazione del proprio orticello “probabilmente” rendono nel breve ma è sicuramente perdente nel lungo termine.
Buonasera Pasquale,
grazie per il commento.
Sono convinto che oggi, più che mai, sia necessario formarsi ininterrottamente all’esercizio delle proprie virtù e competenze. Potrebbe sembrare una fase fatta ma non lo è: “O ci si forma, o ci si ferma!”.
Sono d’accordo con te quando parli dell’inconsistenza degli obiettivi di breve periodo. Sono un fautore della pianificazione di medio e lungo termine. Se si inseguisse solo l’immediato e il breve periodo, si mancherebbe di realizzare sogni e visioni. Ma questa è un’altra storia che richiederebbe maggiori approfondimenti.
Alla prossima,
Leo